Più Gandhi, meno manganelli. Mentre da più parti si invocano più mezzi per le forze dell'ordine, qualcuno al Senato pensa invece a renderli più paciocconi, sottoponendoli a corsi di tecniche non-violente. È quanto prevede il disegno di legge depositato il 14 luglio scorso e solo da qualche giorno affidato alla commissione Affari costituzionali. Primo firmatario Luigi Manconi, senatore del Pd e presidente della commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani. Con lui diciassette colleghi di partito, due esponenti del M5S (tra cui il No Tav Marco Scibona) e due grillini fuorisciti.
«I troppo frequenti episodi di violenze e abusi da parte delle Forze di polizia - scrivono i firmatari - sembrano denotare, tra le altre cause, l'inadeguatezza della loro preparazione e l'esigenza di una complessiva revisione del loro percorso formativo, nel segno di una maggiore democratizzazione. Per ricorrenza, dimensioni e gravità, comportamenti violenti e prevaricatori quali quelli tenuti, ad esempio, in occasione del G8 di Genova, non sono imputabili esclusivamente a eccessi e devianze di singoli agenti, ma a una complessiva esigenza di miglioramento, sotto il profilo deontologico e valoriale, della preparazione del personale di polizia».
Da qui l'idea di inserire per legge nei programmi didattici destinati alla formazione e all'aggiornamento delle forze di polizia, «delle attività e degli insegnamenti funzionali all'apprendimento delle tecniche e dei metodi della nonviolenza». Un percorso che fornirebbe agli agenti «gli strumenti per gestire, nella maniera appunto più pacifica possibile, condizioni di tensione e stemperarne la conflittualità».
Una proposta sconcertante, visto che gli agenti dovrebbero mettere fiori nei loro cannoni proprio quando fronteggiano i professionisti della guerriglia urbana, quelli che alle tecniche non-violente sono adusi come un ubriacone con l'acqua. Sarcastica la reazione di Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di Polizia Sap: «I corsi di pacifismo che il senatore Manconi vorrebbe far fare ai poliziotti italiani - spiega Tonelli - ricordano le rieducazioni del nemico di classe che Stalin imponeva nella Russia sovietica». Secondo Tonelli il ddl «è la triste conferma di quel che denunciamo da sempre e cioè che in parte del mondo istituzionale è fortissimo il partito dell'anti polizia e di coloro che odiano le divise. In Italia non ci sono troppi agenti violenti; purtroppo invece ci sono troppi politici come Manconi che trasudano odio da ogni poro per i servitori dello Stato e che parlano e agiscono, a spese del contribuente, senza conoscere la realtà delle cose».
Tonelli ricorda che Manconi è «ex leader di Lotta Continua e protagonista anche di scontri violenti negli anni di piombo», e chiede: «Il senatore conosce le nostre scuole di polizia e i nostri corsi di perfezionamento, che prevedono tra l'altro la materia dei diritti umani? Da chi dovremmo andare a scuola di pacifismo? Forse dai suoi amici No Tav o dagli antagonisti che mettono a ferro e fuoco le nostre città? Lo sa, il senatore Manconi, che dall'inizio dell'anno ben 4mila poliziotti sono rimasti feriti a seguito di interventi a fronte di pochissime, presunte segnalazioni di nostri abusi, il più delle volte inesistenti e
montati ad arte sui media?». Conclusione sconsolata: «A noi non servono corsi di pacifismo, ma risorse per avere una formazione migliore, mezzi adeguati, uffici dignitosi e stipendi all'altezza del rischio che corriamo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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