Libri e magliette, Mangione eroe social

Negata la libertà su cauzione. Lui urla in aula: "Insulto all'intelligenza degli americani"

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Rampollo di una ricca famiglia di Baltimora, migliore del suo liceo e laureato nel 2020 in informatica alla prestigiosa University of Pennsylvania: Luigi Mangione, il 26enne di origine italiana sospettato di aver ucciso il Ceo di United Healthcare Brian Thomston era avviato verso una vita di successi e privilegi, ma negli ultimi sei mesi tutto è cambiato. Il giovane è accusato di omicidio di secondo grado, per cui rischia da 15 anni di carcere all'ergastolo, e ieri è apparso in tribunale in Pennsylvania per la pratica di estradizione iniziata dalla procura di New York (e gli hanno negato la libertà su cauzione). Ammanettato e scortato dalla polizia, si è girato a urlare: «Questo è ingiusto e un insulto all'intelligenza del popolo americano». Nel frattempo la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, si diceva grata alle forze dell'ordine per l'arresto, spiegando di condannare la violenza nel modo più forte».

Il ragazzo, nato e cresciuto in Maryland, ha sofferto di dolori fisici e psicologici: nel 2022 si era trasferito alle Hawaii con problemi di mal di schiena, ma un incidente di surf ha peggiorato la situazione. L'intervento chirurgico alle vertebre a cui si è sottoposto è andato male, e da allora è scomparso, interrompendo dall'estate improvvisamente i rapporti con amici e familiari. «Nessuno ha tue notizie da mesi e apparentemente la tua famiglia ti sta cercando», ha scritto un utente su X a ottobre, taggando un account appartenente a Mangione. «Non so se stai bene», ha affermato un altro. Anche la famiglia ne ha perso le tracce da mesi e per questo, senza successo, hanno chiesto notizie agli amici. Luigi - ha confermato al New York Times uno dei compagni del liceo, ha tagliato i ponti con tutti dopo l'intervento che non aveva apparentemente risolto i dolori cronici che gli impedivano di fare sport e avere una normale relazione intima con le ragazze. «Siamo devastati e sotto shock per il suo arresto», hanno fatto sapere i parenti in una dichiarazione diffusa da Nino Mangione, cugino che ricopre il ruolo di deputato repubblicano al parlamento statale del Maryland. I Mangione, di origine siciliana, sono una famiglia benestante con una presenza significativa nel settore immobiliare e sanitario: possiedono campi di golf, un resort, una rete di case di cura e una radio locale di stampo conservatore. Nel momento dell'arresto, il giovane aveva con sé la pistola (realizzata con una stampante 3D) e il silenziatore usati per commettere il delitto, quattro documenti falsi, compreso quello con cui si è registrato nell'ostello dell'Upper West Side, e un manifesto nel quale ha affermato: «Mi scuso per i traumi creati, ma andava fatto, bisognava eliminare questo parassita».

Mangione «si vedeva come un eroe che aveva finalmente deciso di agire contro le ingiustizie» del sistema sanitario privato americano e adesso c'è la possibilità che qualcuno «lo consideri un martire di cui seguire l'esempio», è il timore della polizia.

Il ragazzo, secondo la lettura dello scritto da parte del dipartimento Intelligence e Antiterrorismo del Nypd, considerava l'assassinio del capo del colosso sanitario come «un simbolico attacco e una diretta sfida alla presunta corruzione e ai giochi di potere delle mutue private». E in rete hanno spopolato per alcune ore i gadget con le parole «negare», «deporre», «difendere» incise sui bossoli trovati sul luogo del delitto in negozi online come Amazon (che li ha già rimossi), Ebay, Etsy e Temu.

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