Liliana fu strozzata. "Possibili tracce del dna del killer"

I tecnici: "Esclusa l'ipotesi del suicidio". Trovati peli su abiti e sacchetto in testa

Liliana fu strozzata. "Possibili tracce del dna del killer"
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Non appena Liliana Resinovich, 63 anni, scompare a Trieste nel 2021, si pensa a un sequestro di persona. Poi, quando viene trovata morta tre settimane dopo nel parchetto dell'ospedale psichiatrico, si ipotizza il suicidio. Solo più tardi, ma senza prove né indagati, si comincia a parlare di omicidio. Da quel momento regna la confusione più totale.

Gli esiti dell'ultima perizia, firmata dall'anatomopatologo forense Cristina Cattaneo, da Stefano Tambuzzi, Stefano Vanin e Biagio Eugenio Leone, mettono ordine e danno finalmente una direzione precisa alle indagini: la donna è morta il giorno stesso in cui è sparita, il 14 dicembre. Ed è stata uccisa per strangolamento durante un'aggressione a cui ha cercato di ribellarsi.

Quindi, oltre a eliminare definitivamente l'ipotesi del suicidio (la prima autopsia aveva ipotizzato «un'asfissia lenta da sacchetto»), ora non è escluso che spunti il nome di qualche indagato. Tutto da rifare, insomma. É questa la conclusione della nuova perizia (235 pagine) sul corpo della donna. «Ci sarà una profonda rivalutazione dell'intero procedimento» dichiara il Procuratore Federico Frezza. Secondo i nuovi consulenti, ci sono evidenze non solo anatomopatologiche, ma anche «ambientali e naturalistiche» da considerare: tra queste la presenza di insetti e di vegetazione intorno al corpo, che fanno pensare a una morte avvenuta il giorno della scomparsa. Risulta inoltre che il corpo non sia mai stato spostato dal parchetto in cui è stato ritrovato. Esclusa quindi l'ipotesi del congelamento.

Liliana sarebbe stata aggredita e questo ha causato lesioni alla testa e alla mano destra e «probabilmente in altre parti del corpo, come il torace e gli arti». Il corpo presenta una serie di plurime contusioni cerebrali, rilevate al microscopio, e databili poco prima della morte. La super perizia apre una nuova caccia all'assassino: sui vestiti e nei sacchetti che avvolgevano la testa di Liliana, sono stati trovati dei capelli. Da qui sarà possibile ricavare il Dna del possibile aggressore. Come?

La tecnologia dai tempi del caso di Yara Gambirasio ha fatto passi da gigante e ora la strumentazione più all'avanguardia nel campo degli approfondimenti genetici riguarda il sequenziamento ultramassivo (Ngs), ossia un metodo di sequenziamento del Dna che ha la capacità di processare milioni di frammenti in

parallelo a un costo estremamente ridotto e con il più basso tasso di errore. I nuovi approfondimenti genetici verranno estesi anche a tutti gli elementi già analizzati in precedenza, confidando nei progressi nel settore.

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