Liliana Segre senatrice a vita: è sopravvissuta ad Auschwitz

Oggi la nomina di Mattarella. La Segre: "Coltivare la memoria contro il razzismo e la discriminazione". Il plauso di Gentiloni: "Testimonianza di libertà"

Liliana Segre senatrice a vita: è sopravvissuta ad Auschwitz

Liliana Segre ora è senatrice a vita. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l'ha nominato senatrice per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale. "La sua vita è testimonianza di libertà - ha commentato il premier Paolo Gentiloni - la senatrice ci indicherà il valore della memoria. Una decisione preziosa a ottant'anni dalle leggi razziali". Ed è la stessa Segre a promettere che porterà in Senato "la voce di quelle persone umiliate da una patria che amavano".

Il decreto è già stato controfirmato da Gentiloni. "Coltivare la memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo cosiì pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare", ha commentato la neo senatrice ringraziando il capo dello Stato "per questo altissimo riconoscimento". Liliana Segre, nata a Milano il 10 settembre del 1930, è una reduce dell'Olocausto. Il 30 gennaio 1944 venne deportata dal Binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai quattordici anni che furono deportati ad Auschwitz, Liliana è tra i soli venticinque sopravvissuti. "Non ho mai fatto politica attiva e sono una persona comune, una nonna con una vita ancora piena di interessi e di impegni - ha commentato - certamente Mattarella ha voluto onorare la memoria di tanti altri in questo anno 2018 in cui ricorre l'80° anniversario delle leggi razziali". Da qui l'impegno a portare in parlamento "le voci ormai lontane che rischiano di perdersi nell'oblio". "Le voci - ha spiegato - di quelle migliaia di italiani, appartenenti alla piccola minoranza ebraica, che nel 1938 subirono l'umiliazione di essere degradati dalla Patria che amavano; che furono espulsi dalle scuole, dalle professioni, dalla società dei cittadini 'di serie A'. Che in seguito furono perseguitati, braccati e infine deportati verso la 'soluzione finale' - ha continuato - soprattutto le voci di quelli, meno fortunati di me, che non sono tornati, che sono stati uccisi per la sola colpa di essere nati, che non hanno tomba, che sono finiti nel vento".

Per Liliana Segre coltivare la memoria è anche salvare dall'oblio quelle storie ed è, "ancora oggi, un vaccino prezioso contro l'indifferenza". "Il mio impegno per tramandare la memoria e contrastare il razzismo - ha quindi concluso - continuerà ora anche in Parlamento". Lo farà senza trascurare la sua attività con gli studenti.

Andrà, infatti, avanti a raccontare ai giovani l'orrore della Shoah, la follia del razzismo, la barbarie della discriminazione e della predicazione dell'odio. "L'ho sempre fatto, non dimenticando e non perdonando, ma senza odio e spirito di vendetta. Sono una donna di pace e una donna libera: e la prima libertà è quella dall'odio".

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