"L'inchiesta sul Billionaire sarà una bolla di sapone"

Il presidente delle discoteche della Sardegna: "Briatore non c'entra, volevano colpire un vip"

"L'inchiesta sul Billionaire sarà una bolla di sapone"

Proprio quando le discoteche stanno per ripartire dopo un anno di stop, arriva la tegola della Procura di Tempio Pausania per il Billionaire di Flavio Briatore da cui la scorsa estate partì un focolaio di coronavirus.

I magistrati sardi ipotizzano il reato di epidemia colposa nei confronti dell'amministratore del locale di Porto Cervo e di lesioni colpose nei confronti degli amministratori delle società a cui appartengono il Phi Beach di Baia Sardinia e il Country Club di Porto Rotondo. Briatore invece, contrariamente a quanto emerso nelle prime ore, non è indagato. Una coincidenza temporale che a molti suona come una persecuzione per chi gestisce una delle attività più penalizzate dall'epidemia, adesso che con il green pass la riapertura non è più un miraggio. «L'inchiesta sul Billionaire si rivelerà una bolla di sapone, ma intanto è un ulteriore disturbo per noi che non riusciamo a riaprire. Ci creerà altri problemi e consentirà nuovamente di alzare la voce a chi è contro la nostra riapertura», tuona il presidente dell'associazione discoteche Sardegna, Piero Muresu. Secondo la Procura, lo scorso ferragosto i gestori dei locali non fecero abbastanza per garantire le necessarie misure anti-contagio, favorendo così un violento riacutizzarsi dei casi, che provocò la grande fuga dei turisti dall'isola e un enorme danno d'immagine ed economico. Una ricostruzione, quella dei pm, che a detta di Muresu farebbe acqua da tutte le parti: «Ma di cosa stiamo parlando? Come si fa a dimostrare che il contagio è partito dal Billionaire? Forse bisognerebbe ricordarsi di cosa era la Sardegna l'anno scorso, tutti in giro, spiagge e chioschi pieni, niente mascherine e zero controlli, è entrato chiunque. Come si fa a dire che la colpa è delle discoteche? È chiaro che si è voluto colpire Briatore, che è una persona famosa, e attraverso di lui i gestori delle discoteche. Dopo il bombardamento mediatico dell'anno scorso, la percezione purtroppo è che le discoteche siano causa dei contagi: ma davvero non vedo proprio che responsabilità i gestori possano avere».

Per l'avvocato Antonella Cuccureddu, legale dell'ex amministratore unico del Billionaire, «contestare il reato di epidemia colposa in un contesto di pandemia è ridicolo». La Procura ha notificato la chiusura dell'inchiesta agli indagati, ma i difensori promettono battaglia.

«La diffusione del virus in un contesto di pandemia è in atto e il virus in quel periodo viaggiava tramite gli asintomatici. Le norme che venivano imposte da Stato e Regione per provare a ridurre la diffusione dei contagi si sono rivelate inutili in quel periodo», spiega Cuccureddu.

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