L'inganno del lunedì casi e (tamponi) in calo

In calo, come ogni lunedì, casi e tamponi nelle 24 ore in Italia: sono 9.338 i nuovi positivi (domenica erano 11.705), ma con 98.862 tamponi eseguiti, 48mila meno rispetto a domenica

L'inganno del lunedì casi e (tamponi) in calo

In calo, come ogni lunedì, casi e tamponi nelle 24 ore in Italia: sono 9.338 i nuovi positivi (domenica erano 11.705), ma con 98.862 tamponi eseguiti, 48mila meno rispetto a domenica. E sono 423,578 i casi totali dall'inizio dell'epidemia. In salita i decessi, che arrivano a 73, per un totale di 36.616.

Secondo quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute, ancora un balzo dei ricoveri, con 47 terapie intensive in più, arrivate a 797 totali, mentre i ricoveri ordinari sono 545 in più, per un totale di 7.676.

Per fare un confronto più omogeneo, lunedì scorso, sempre con meno tamponi della media (allora furono 85mila) i casi erano 4.619, quindi nell'arco di una settimana c'è stato un raddoppio secco. Rallenta il numero dei guariti, 1.498 ieri (domenica 2.334), per un totale di 252.959, mentre il numero delle persone attualmente positive sale di altre 7.766 unità, e arriva a 134.003 malati attuali. Di questi, 125.530 sono in isolamento domiciliare, 7.174 più di due giorni fa. Preoccupa la percentuale positivi-casi testati (65.824 ieri), vero indice del sovraccarico del sistema di tracing: è arrivato al 14,1%. Il dato che fa tremare è quello di un tampone ogni sette, che ormai è positivo.

Per quanto riguarda le singole regioni, si registrano 1687 nuovi casi in Lombardia, 1593 in Campania, 986 Toscana e 939 nel Lazio. La meno contagiata è la Basilicata (+22).

E si torna a parlare di vaccini, lo ha fatto il presidente del Consiglio superiore di sanità e Componente del Cts, Franco Locatelli che ha detto: «Si sta facendo un grande sforzo internazionale sui vaccini. Realisticamente credo che potremmo far partire le vaccinazioni per le persone fragili, le forze dell'ordine, gli operatori sanitari nei primi mesi della prossima primavera». «La situazione attuale - ha spiegato Locatelli- è ben diversa rispetto a quella di marzo dove il carico di patologia che gravava era significativamente maggiore rispetto ad oggi. Basta andare a vedere il numero delle terapie intensive e delle persone che hanno perso la vita. Certamente c'è stata un'accelerazione importante del numero dei contagiati ma ci sono significative differenze». L'Italia è uno dei Paesi dove si fanno più tamponi al mondo. «Il lavoro sui tamponi - ha aggiunto Locatelli - è formidabile. In questo momento c'è anche la disponibilità dei test rapidi antigenici. Però più che di numeri parlerei di strategie perché diventerebbe una corsa che andrebbe ad autosostenersi. Dobbiamo rendere più efficienti i percorsi e soprattutto diamo un ruolo importante ai medici di medicina generale».

Ma c'è un dato che fa soffrire in modo particolare: i medici italiani tornano a morire a causa di Covid-19. Le ultime vittime sono Ernesto Celentano, medico di famiglia di Napoli, e Giovanni Briglia, otorino del San Camillo di Roma, morto nei giorni scorsi allo Spallanzani. Salgono dunque a 181 le vittime registrate in Italia dall'inizio della pandemia, e ricordate in un elenco listato a lutto sul sito della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici).

«Si ricomincia» dice il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, dopo la notizia della morte dei due colleghi.

«Siamo vicini alle famiglie», continua Anelli, e «siamo preoccupati che queste scomparse segnino l'inizio di una nuova fase. La speranza è che le esperienze che abbiamo vissuto nella primavera scorsa si trasformino in insegnamento».

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