Cacciari gela la sinistra: "Così ci si fa fuori da soli"

Il filosofo smaschera il trucco delle inchieste contro i rivali e l'assurdità della lite tra Renzi e Fratelli d'Italia

Cacciari gela la sinistra: "Così ci si fa fuori da soli"
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È il professor Massimo Cacciari, non proprio un conservatore, a dare un consiglio spassionato ma sempre valido a sinistra: basta con l'uso politico delle inchieste. Anche perché «chi cerca di far fuori l'avversario, si fa fuori da solo». E il ricordo non può che soffermarsi su quanto subito per un ventennio almeno da Silvio Berlusconi. L'oggetto della discussione, durante la trasmissione In Onda, sono ancora le rivelazioni sulla volontà d'indagare Arianna Meloni. Quelle pubblicate da Il Giornale, con un retroscena del direttore Alessandro Sallusti. Cacciari non nasconde l'esistenza di una prassi: «È evidente - dice - che in Italia si gioca con le procedure giudiziarie, palesi o non palesi, reali o non reali, è una storia vecchia di trent'anni».

Insomma, il ping pong tra certa magistratura e i quotidiani d'opposizione è tutt'altro che una «paranoia», come invece sostengono dal «campo largo» e luoghi affini. Il leader d'Iv Matteo Renzi torna sulla vicenda tre volte in un giorno. Prima con due interviste e poi con la E-news. Tra i tanti punti sollevati, l'ex presidente del Consiglio scrive: «Il metodo Palamara mi ha visto vittima, secondo la ricostruzione che ne fanno nel libro Il sistema proprio Sallusti e Palamara. Io sono una vittima del sistema Palamara, non il mandante». E ancora: «Se domattina Arianna Meloni riceve un avviso di garanzia, cosa che per altro non mi auguro, a me non cambia assolutamente nulla. Perché io sono davvero garantista e per me un avviso di garanzia non impatta sul dibattito politico». Poi un altro attacco diretto alla premier, con toni diversi rispetto a quelli scelti all'inizio della legislatura: «Giorgia Meloni non può dare lezioni di garantismo. Giorgia Meloni è stata giustizialista».

Per Fdi, tutto questo attivismo renziano ha una finalità precisa: l'ingresso nel «campo largo» guidato da Elly Schlein e Giuseppe Conte. «A sinistra sul caso Arianna ora fanno tutti le verginelle. Compreso Renzi che, pur di essere ammesso nell'esclusivo campo largo, rinnega quanto vissuto sulla propria pelle. Altro che fantasmi. Qui l'unico fantasma è quello della giustizia», scrive su X il ministro del Turismo Daniela Santanché, esponente di Fdi. Risponde Francesco Bonifazi, parlamentare renziano: «Se fossi Daniela Santanchè prima di parlare di garantismo e Renzi, avrei il buongusto del silenzio». A distanza di giorni, lo scontro tra i meloniani e Italia viva non scende d'intensità. Ma Renzi, nella giornata di ieri, ha attaccato anche il vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani. Il tema? Lo ius scholae. Quello su cui, per Renzi ,- data la posizione di Fdi - , Tajani non insisterà mai.

La risposta è del presidente dei senatori di Fi Maurizio Gasparri, che esprime «commiserazione». «Un personaggio - annota l'azzurro su Matteo Renzi - che ha visto crescere i suoi ingenti guadagni in una proporzione direttamente inversa ai consensi elettorali».

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