U n solo foro da pallini da fucile. Ecco il primo risultato dell'autopsia sul cadavere di Petre Marin Ungureanu, 32 anni, il romeno che è rimasto colpito dopo essere entrato nella proprietà di un tabaccaio per rubare. E la prima conferma di quanto il tabaccaio stesso, Mario Cattaneo, ha raccontato circa la dinamica dei fatti. Eppure, un testimone ha raccontato di aver sentito esplodere due colpi.
L'Osteria dei Amis, ieri, era chiusa. Per turno settimanale. La gente, però, ha continuato a sfilare davanti al locale per tutta la giornata. Più di 100 firme sono arrivate in 3 ore. Ma ieri mattina c'è stata anche un'altra «sorpresa». Fiori calpestati e strappati. Si tratta di quelli che erano stati posati, subito dopo la morte di Petre, davanti al cancello del cimitero di Gugnano, proprio dove l'uomo, che stava fuggendo dall'Osteria Dei Amis, dopo esser stato scoperto, era stramazzato al suolo. Un residente, Angelo Ungherini, amico da anni del tabaccaio ha voluto commentare spiegando: «Questo spiega bene il grado di sopportazione e frustazione a cui è arrivata la gente in zona in tema di incursioni in casa da parte di ladri. Chiunque, qui, avrebbe fatto la stessa cosa che ha fatto Mario».
Ma di certo c'è che lo stesso procuratore della Repubblica Domenico Chiaro, ieri, ha detto senza remore: «È un processo, se ci sarà, che si fa a malincuore. Ma a volte si è costretti a applicare la legge anche se contraria al sentimento popolare». Tuttavia, aggiunge il magistrato, «la dinamica non è così chiara come sembra, ci sono delle cose che non tornano». In giornata, sono arrivate anche le parole di Victor Ungureanu, fratello Petre: « "Io e la mia famiglia perdoniamo Mario Cattaneo davanti a Dio: non vogliamo vendetta ma solo giustizia».
Ma qui, la gente, è stanca. E ha voglia il questore di Lodi, nell'ambito del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza che si è tenuto sabato scorso a spiegare che in zona si è registrato un solo furto nel 2016 e 3 nel 2017. «Ma la gente - dicevano più residenti domenica in osteria - qui non denuncia nemmeno più. Perché, tanto, sembra inutile». E il contesto in cui avviene un fatto, si sa, non lo si può mai scindere dal fatto stesso. Salvo, sempre possibili, errori di valutazione. Rimane, contro quanto dice Mario, la voce di un testimone che dice di avergli chiesto appena dopo i fatti: «L'hai preso?». E la risposta di Mario sarebbe stata «Sì». Ma forse Mario, persona semplicissima, di campagna, dopo un evento tanto concitato in cui è apparso peraltro allo stesso testimone come sconvolto, voleva semplicemente dire che non tanto lui, quanto il suo fucile, aveva colpito un uomo. Il procuratore della Repubblica di Lodi non si stanca di ripeterlo: «Qui, per ora, il reato certo è quello del furto aggravato messo a segno dai ladri».
E fa un appello: «I malviventi potrebbero arrivare da noi e raccontarci come sono andate le cose». Ieri, intanto all'osteria, è arrivata anche Daniela Santanchè. Accolta con entusiasmo dalla famiglia, ha portato a sua volta, la propria solidarietà e vicinanza.
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