Londra, il Covid rallenta: casi a -47%. E Johnson sorride dopo il luglio nero

Quarta ondata, picco superato malgrado il "liberi tutti" del 19. Il ministro Javid aveva previsto i 100mila contagi al giorno

Londra, il Covid rallenta: casi a -47%. E Johnson sorride dopo il luglio nero

Le rilevazioni degli ultimi giorni sulle nuove infezioni da Covid19 nel Regno Unito sono sorprendentemente positive: ieri sono stati registrati 29.173 casi, il quinto giorno consecutivo che vede una discesa dai 46.558 dello scorso martedì. Rispetto al picco della quarta ondata registrato sabato 17 luglio con 54.674 casi si tratta di un calo di quasi il 47 per cento. Guardando alla media mobile a sette giorni, per tener conto delle fluttuazioni giornaliere, il dato di ieri si attesta a 34.365 infezioni, quasi il 21 per cento in meno rispetto al picco di 43.577 raggiunto lo scorso 21 luglio. Numeri positivi senza dubbio, numeri però ancora insufficienti per poter pensare di essere usciti dal tunnel della quarta ondata. I dati dei prossimi giorni saranno decisivi per poter confermare l'ottimismo di quanti stanno cominciando a sussurrare che il picco è stato raggiunto.

Ci sono due fatti importanti che influenzeranno il numero dei nuovi contagi nei prossimi giorni, la rimozione di quasi tutte le misure di contenimento della pandemia nel Paese, avvenuta lunedì 19, e la progressiva chiusura delle scuole per il periodo estivo. Sono due forze che agiranno in senso contrario, con la riapertura di nightclub e l'eliminazione dell'obbligo di distanziamento sociale e di mascherine che sosterranno i casi, limitati dall'altra parte dal minor di studenti che si mischiano nelle aule. La chiusura scolastica è lasciata all'autonomia degli istituti, che spesso offrono anche corsi estivi, con alcuni che hanno già chiuso i battenti: ma «questo non può spiegare l'intensità della discesa» dei casi, commenta Paul Hunter, professore di medicina dell'università dell'East Anglia intervistato dal Sunday Times. Secondo Hunter «è meno probabile che vedremo un aumento dei casi come conseguenza del freedom day», il liberi-tutti decretato dal governo dal 19 luglio.

La progressione numerica dell'ultima settimana, se confermata nei prossimi giorni, smentirebbe le previsioni del ministro della sanità Javid che all'inizio di luglio parlò di casi che avrebbero potuto arrivare anche a 100mila giornalieri. E segnerebbe un importantissimo colpo politico per il governo Johnson, ammaccato dai fiaschi e dalle polemiche delle ultime settimane: 1 milione di persone costrette a isolarsi per essere entrate in contatto con infetti; conseguenti difficoltà economiche, scaffali vuoti nei supermercati e il governo costretto a esentare dall'obbligo di isolamento particolari categorie di lavoratori essenziali; l'inversione a U sull'obbligo del certificato vaccinale, che sarà introdotto da settembre dopo essere sempre stato negato dal governo, scatenando aspre polemiche nella maggioranza; l'aumento salariale del 3 per cento accordato a infermieri e medici, considerato troppo basso; una riforma dell'assistenza sociale (non ancora resa pubblica) che ha scatenato un dibattito sull'equità intergenerazionale in relazione a chi dovrà finanziarla; le ennesime rivelazioni di Cummings. L'ultima polemica, il tweet di ieri del ministro Javid che, guarito dal covid, ha scritto che non si deve indietreggiare di fronte alla malattia: valanga di critiche social, cancellazione del tweet e scuse da parte di Javid: non volevo offendere i familiari di chi è morto.

Passi falsi e difficoltà che hanno presentato il conto: secondo le ultime rivelazioni di YouGov la maggioranza conservatrice vede ridurre il proprio vantaggio ai minimi da marzo, da quando è cominciata la storia vincente della campagna vaccinale inglese. I tories avrebbero ora solo quattro punti di vantaggio.

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