L'opposizione litiga già sul trionfo del tycoon. E Schlein va a farsi consigliare da Draghi

Il Pd: "Brutta notizia". Il M5s festeggia: "Una lezione ai finti progressisti". L'incontro con l'ex Bce sul futuro dell'Europa

L'opposizione litiga già sul trionfo del tycoon. E Schlein va a farsi consigliare da Draghi
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Ci mancava solo la vittoria di Donald Trump a dividere ciò che resta del campo largo. Tra le prefiche del Pd e il cerchiobottismo di Giuseppe Conte, anche i progressisti italiani escono a pezzi dal voto statunitense. La segretaria del Pd Elly Schlein si fa attendere fino al pomeriggio inoltrato e estrae dal cilindro un incontro inedito, usato come un diversivo mediatico. La leader dem, infatti, ieri fa sapere di avere incontrato, martedì a Roma, l'ex premier Mario Draghi. I temi al centro del faccia a faccia? «Il futuro dell'Europa dopo il voto in Usa e della situazione economica italiana». Dicitura stringata, che ha il sapore del ballon d'essai. Quel che è sicuro è che Schlein sparisce per più di mezza giornata. Il commento arriva da Terni, dove la leader dem si trova per la campagna elettorale delle regionali. «La vittoria di Trump negli Stati Uniti è una brutta notizia per l'Europa ed è una brutta notizia per l'Italia. Non solo perchè anche in questi ultimi giorni ha dichiarato la sua ostilità verso l'Unione Europea, ma anche per quello che ne conseguirà in termini di politiche economiche», è la formula di Schlein per esprimere la delusione per la sonora sconfitta di Kamala Harris. Poi la frecciata al centrodestra: «Chi oggi festeggia Trump per ragioni di bandiera smetterà presto». E ancora Schlein, che ribadisce l'ovvio: «Noi non ci riconosceremo mai in una idea di società in cui i miliardari che ieri festeggiavano chiusi in una stanza con Trump si ergono a paladini del ceto medio».

Del tutto diversa la lettura offerta da Conte, che pure dovrebbe essere un alleato, sempre più teorico, di Schlein. «Auguri di buon lavoro a Donald Trump, 47° Presidente degli Stati Uniti, in virtù di una vittoria netta, estesa anche al voto popolare. Le sfide che attendono gli Stati Uniti sono molteplici e ci riguardano tutti», scrive il pentastellato. Tra le sfide, «fermare le guerre in corso, contrastare con la massima fermezza le violazioni del diritto internazionale umanitario, aprirsi a una visione multipolare dei nuovi equilibri geo-politici, puntare a regole eque per il commercio internazionale».

La staffilata al Pd, però, arriva da una nota del M5s al Parlamento europeo. «La vittoria netta di Trump è innanzitutto una lezione per tutti i finti progressisti liberisti e globalisti che hanno ammainato la bandiera della pace», scrivono gli stellati. Per Nicola Fratoianni «vengono avanti degli Stati Uniti d'America con meno diritti e meno libertà».

Secondo Angelo Bonelli, sempre di Avs, «Trump lavorerà per costruire un'internazionale sovranista volta a demolire l'Europa e i diritti». Anche Matteo Renzi e Carlo Calenda si tracciano le vesti, ma il commento più lunare porta la firma di Ilaria Salis. «Se l'opposizione è guidata dal centro, allora la sconfitta è inevitabile», scrive l'eurodeputata di Avs.

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