Carissimo Vittorio Feltri, che delusione per noi anziani vedere ieri sera in tv il circo come è oggi. Per noi il circo senza animali, non è più il circo.
Cordiali saluti.
Marcello Ceroti
Firenze
Caro Marcello,
sarà una delusione per te, ma per me è un segno di civiltà che gli animali non vengano più usati e impegnati negli spettacoli di questo tipo. Da sempre è un gran bel dire che le bestie vengono trattate bene nel circo, che non soffrono, che sono amate, che sono addirittura contente di quel tipo di vita loro imposta. Ho sempre creduto che queste siano presunzioni del tutto false, che non possano in alcun modo mondare le coscienze sia di chi applaude davanti alla tigre ammaestrata sia di chi tiene la frusta in mano. E a proposito di fruste, ti dirò: per lustri mi sono dedicato all'ippica, anche a livello agonistico, ma sempre mi sono rifiutato di utilizzare certi arnesi per dominare o incitare il cavallo. Mi bastava la parola o la carezza per entrarci in sintonia, per motivarlo, per trarne il massimo della collaborazione. Per vincere insieme. Io ero grato all'equino e l'equino era grato a me. Ai miei cavalli parlavo come si parla ad una persona, ad un amico, ad un fratello, l'unica differenza consisteva in questo: essi mi capivano e mai si creava un equivoco tra noi. Con i loro gesti o le espressioni erano in grado di comunicare in una maniera terribilmente efficace ed eloquente. I cavalli dimostravano di ascoltarmi e di capirmi.
Vedere gli animali ingabbiati mi produce un senso di soffocamento, di profonda immedesimazione, di incontenibile amarezza. Sarà forse che amo troppo la libertà... Ebbene, io non credo affatto che le bestie del circo siano soddisfatte della detenzione, di essere messe alla berlina davanti a folle urlanti, a un pubblico chiassoso che ride e applaude, di viaggiare a bordo di quei mezzi angusti, senza avere contezza della prossima destinazione e della prossima partenza, senza potere lamentare un malessere, senza potersi esimere. Anzi, non riesco ad immaginare un destino più doloroso e crudele. Porre fine a questo sfruttamento, a questo orrore, è un nostro dovere. Allo stesso modo andrebbe abolita la corrida, barbaro retaggio di un'epoca in cui l'essere umano non aveva ancora assunto consapevolezza del fatto che gli animali sono esseri senzienti, proprio come noi, capaci di emozionarsi, di sentire la sofferenza, il piacere, in generale le emozioni che non sono esclusivo appannaggio di noi umani, che ci reputiamo oltretutto ingiustificatamente superiori.
A me non diverte vedere i quattro zampe addomesticati a suon di botte o di minacce. Leggo nei loro occhi l'umiliazione, la mancanza di speranza, ovvero la rassegnazione e lo sconforto. Ti chiedo, caro Marcello, può essere felice un essere vivente di stare dietro le sbarre? Rispondi sinceramente. Riflettici bene. Sono convinto che la tua risposta non possa che essere negativa.
E allora perché dovremmo rimpiangere il circo con gli animali? Non è una nostalgia sciocca e malata quella che ti coglie e che lamenti? Non sarebbe più giusto gioire perché il nostro divertimento non è più legato al patimento altrui?Sono altre le tradizioni da difendere. Non di sicuro queste qui.
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