L'opposizione è unita soltanto sulle critiche. "Un gioco delle tre carte"

Coro unanime dal Pd ai Verdi: le reazioni dell'opposizione alla manovra economica

L'opposizione è unita soltanto sulle critiche. "Un gioco delle tre carte"
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Al centrosinistra di Elly Schlein (nella foto), di Giuseppe Conte e degli altri non piace la finanziaria del governo Meloni, a prescindere dai suoi contenuti. Per la segretaria del Pd, i sacrifici richiesti a banche e assicurazioni sono «solo un gioco delle 3 carte». Per la leader dem si tratta semmai di «anticipi di tasse già dovute». E poi la stilettata sulla sanità: per la Schlein 900milioni sono pochi per il settore. E dall'esecutivo arriva soltanto «la solita propaganda». Intanto al Nazareno già preparano la macchina degli emendamenti, annunciandone alcuni su «aree protette terresti e marini», compresi i geoparchi minerari. Ma è solo l'inizio. Il Movimento 5 Stelle, che con Chiara Appendino ricalca i dem sui «sacrifici» chiesti alle banche, se la prende anche con l'aumento «delle spese per gli armamenti». E questo perché la manovra stabilisce il «potenziamento degli investimenti nel settore difesa». Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord, ex vice-ministro al Mef parla di «purghe per i cittadini dietro ai tagli a ministeri». «Vedo un po' troppa felicità da parte del governo», insiste la Castelli. L'opposizione è un coro più o meno indistinto, tra indignazione e critiche. E tutte le novità contenute in manovra vengono bersagliate. Attivissimo anche Angelo Bonelli, portavoce nazionale di Europa Verde. «La tassa sulle banche il Consiglio dei ministri ha approvato ieri - tuona il leader ecologista - nasconde un grande trucco, una vera e propria presa in giro nei confronti degli italiani». La questione sollevata da Bonelli è la stessa posta da Schlein: «Le banche danno oggi quello che avrebbero dovuto dare nei prossimi anni». Non si distingue Italia viva di Matteo Renzi, che con la senatrice Daniela Sbrollini condanna la presunta assenza di misure «per i giovani e per l'educazione».

«Eppure - aggiunge Sbrollini - i dati drammatici sulla povertà educativa avrebbero dovuto indurre il governo a intervenire». A fine giornata, l'ex premier Giuseppe Conte invita il ministro della Sanità Schilacci a dimettersi in caso di mancati fondi alla Sanità: «Batti i pungi sul tavolo», dice Conte a Schillaci.

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