L'orrore di Mariupol. Civili uccisi per gioco e torturati pure in chiesa

"I soldati combattono per una causa, giusta o sbagliata che sia. I criminali uccidono per gioco. La differenza è tutta qui"

L'orrore di Mariupol. Civili uccisi per gioco e torturati pure in chiesa

«I soldati combattono per una causa, giusta o sbagliata che sia. I criminali uccidono per gioco. La differenza è tutta qui». Mikhail Vershinin è il comandante di uno dei distretti di polizia di Mariupol. Nel 2014 è stato soldato nel Donbass, ma lo scenario di guerra dell'epoca non è paragonabile alle atrocità perpetrate dai russi nella città portuale. Mikhail non avrebbe mai voluto essere il testimone di un episodio che ha segnato la sua vita. Lo scorso 15 marzo le truppe di Mosca presero in ostaggio pazienti e personale dell'Ospedale Regionale di Terapia Intensiva per servirsene come scudi umani. «Poi però è successo anche di peggio. Obbligavano i civili a salire all'ultimo piano dell'edificio e li lanciavano dalle finestre. Poi scommettevano denaro tra chi era morto sul colpo o gravemente ferito».

Il racconto di Mikhail è l'ennesima dimostrazione che gli orrori documentati con foto e video a Bucha si sono ripetuti in tutte le aree dell'Ucraina. Territori in cui da settimane si replicano a ritmo incessante stupri, torture e uccisioni, come segnalato dal commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Lyudmila Denisova. Proprio ieri, su Telegram, la Denisova ha segnalato che non solo le donne sono state vittime di violenza sessuale, ma è emerso che anche molti «bambini di meno di 10 anni uccisi presentano segni di tortura e stupro». A raccontare scene e situazioni da girone dantesco sono anche i civili attraverso i social. Ragazze come Nadezda, Alena e Karina che su Facebook compilano l'agghiacciante diario quotidiano delle mostruosità. Secondo l'arcivescovo maggiore di Kiev, mons. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, anche la chiesa ortodossa dell'Ascensione del Signore sarebbe stata profanata, con persone interrogate e torturate.

A Buzova, località a 20 km a ovest della capitale, il sindaco Taras Didich ha documentato su Telegram il ritrovamento di una cinquantina di corpi lungo un tratto di 6 chilometri della strada principale che porta a Kiev. «Sessanta persone al momento non si trovano. Temiamo l'esistenza di fosse comuni». Altri cadaveri sono all'obitorio, prelevati per strada dai parenti delle vittime. «I corpi hanno i segni di colpi di fucile e sono rimasti all'aperto per una decina di giorni». A Mariupol è tutt'ora in corso una caccia all'uomo. Lo racconta il consigliere del sindaco Petr Andryushchenko. «I russi non esitano a uccidere i civili per strada. Poi scattano foto e si vantano della vittoria, come se si trovassero in un safari». Frammenti di follia, come a Irpin, dove due soldati hanno violentato una ragazza incinta di 20 anni che ha perso il figlio, oppure a Makarov, dove hanno tagliato le mani a un uomo di 80 anni, morto dissanguato, davanti alla figlia.

Secondo il procuratore generale ucraino, Irina Venediktova, la Russia ha commesso atti aberranti contro la popolazione in tutta l'Ucraina. «Complessivamente si contano 1.222 morti solo nella regione di Kiev. Naturalmente, ciò che abbiamo visto sul campo in tutte le regioni sono crimini di guerra, crimini contro l'umanità e faremo di tutto per perseguirli». La Venediktova è anche tornata sulla strage alla stazione ferroviaria di Kramatorsk, rivelando che le autorità hanno prove che a compiere l'eccidio sia stato un missile di Mosca. A rafforzare le tesi della procura di Kiev è il rapporto dell'MI6 britannico, illustrato domenica dal ministro della Difesa Ben Wallace. «La partenza russa dal nord dell'Ucraina lascia le prove di una sproporzionata presa di mira dei non combattenti, inclusa la presenza di fosse comuni, l'uso di ostaggi come scudi umani, il fatto che siano state minate infrastrutture civili». Senza dimenticare la fabbricazione di esplosivi improvvisati per provocare vittime e restringere la libertà di movimento degli abitanti. «Il piano di terrorizzare e brutalizzare i civili arriva direttamente da Putin», ha detto il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan.

Oltre agli eccidi ci sono anche le deportazioni: più di 400 abitanti di Mariupol vengono tenuti in

una struttura nella regione di Penza, a sud-est di Mosca. Altri 20mila (di cui almeno 2.500 bambini) si troverebbero nell'isola di Sakhalin, nell'estremo oriente della Russia. Lo riferisce il ministro degli Esteri Kuleba.

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