Dieci morti, 153mila evacuati, almeno 10 mila strutture ridotte in cenere, e danni per decine di miliardi di dollari. È il drammatico bilancio, ancora parziale, degli incendi nell'area di Los Angeles, in California. Le fiamme continuano il loro corso, ma i vigili del fuoco hanno fatto per la prima volta piccoli progressi contro il Palisades fire che adesso è contenuto all'8%, come ha spiegato il capo dell'Lafd Kristin M. Crowley. È la prima volta dall'inizio dei roghi che l'operazione dei pompieri ha un qualche effetto, anche grazie a una temporanea tregua nei venti, pur se si continuano a registrare nuovi focolai. E continua a bruciare anche la zona di Altadena.
Oltre ai residenti della contea di Los Angeles sotto ordine di evacuazione (scesi a 153mila dai 180mila di giovedì) altri 166mila sono stati avvertiti di tenersi pronti a lasciare la propria casa in qualsiasi momento, ha spiegato lo sceriffo Robert Luna. Oltre 57mila strutture sono minacciate dalle fiamme, e le autorità devono cercare di arginare il pericolo dei saccheggi: per questo è stato imposto il coprifuoco notturno nelle zone soggette a ordine di evacuazione e il pattugliamento della Guardia Nazionale. «A coloro che cercheranno di approfittarsi della situazione, vorrei essere chiaro: i saccheggi non saranno tollerati, vi arresteremo», ha detto Luna. Mentre un senzatetto è stato arrestato con l'accusa di incendio doloso a Woodland Hills dopo che alcuni residenti lo hanno bloccato mentre usava quello che sembrava un lanciafiamme.
I roghi a Los Angeles potrebbero essere i più costosi della storia americana, dato l'elevato valore delle proprietà distrutte, tra cui le ville di tante star come Mel Gibson, Paris Hilton, Adam Brody e Leighton Meester, Anthony Hopkins, Billy Crystal, Mandy Moore e James Woods. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal le perdite economiche potrebbero raggiungere i 50 miliardi di dollari, ma le stime di AccuWeather indicano addirittura danni per 135-150 miliardi di dollari. «Molti demagoghi si approfittano» degli incendi, ha detto il presidente uscente Joe Biden, in una evidente frecciata a Donald Trump. Il prossimo inquilino della Casa Bianca, infatti, ha chiesto le dimissioni del governatore Gavin Newsom: «È tutta colpa sua», ha scritto, dicendo che ha ridotto l'accesso all'acqua. Accuse smentite dagli esperti, ma il governatore e la legislatura democratica statale hanno delle colpe serie per non aver accettato che le compagnie di assicurazione adattassero al rialzo le polizze ai crescenti rischi legati al clima, motivo per cui ci sono moltissime case non coperte. Soltanto ieri il responsabile alle assicurazioni statale ha deciso che le compagnie non possono cancellare o revocare le polizze di clienti delle zone maggiormente devastate dagli incendi, un divieto che ha valore per un intero anno e mira a prevenire l'esodo degli assicuratori dallo stato.
Per quanto riguarda le cause che hanno portato allo scoppio di roghi tanto devastanti, invece, c'è sicuramente il suolo sempre più arido per la siccità, una vegetazione disidratata e alberi indeboliti da alcune specie di coleotteri che il caldo sta spingendo più a nord. Fattori che hanno permesso al fuoco di farsi strada facilmente, spinto dai venti forti, come il Santa Ana.
Le autorità locali, tuttavia, sono nel mirino per la mancata prevenzione, a partire dalla cattiva gestione delle foreste, e le linee elettriche mal tenute, come quelle della Pacific Gas and Electric Company, che secondo il New York Post hanno causato il Camp Fire del 2018 in cui hanno perso la vita 85 persone.
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