Macchine immobili, operai a casa. Nei locali dell'Orditura Luana, l'azienda tessile di Oste di Montemurlo, in provincia di Prato, dove lunedì alle 10 ha trovato la morte Luana D'Orazio, c'è un assordante silenzio, davanti all'immane tragedia, che due giorni fa ha strappato la 22enne, residente a Pistoia e mamma di un bambino di cinque, ai suoi affetti.
Domenico ancora non sa che un macchinario ha ingoiato per sempre la mamma. Crescerà con i nonni ed è toccato a quella materna raccontargli che lei «è andata a completare il giardino delle belle stelle brillanti». Luana era buona, bella e a 22 anni aveva messo i sogni nel cassetto, anche quello di fare l'attrice nonostante fosse comparsa in un film di Leonardo Pieraccioni, per costruirsi un futuro, fatto di giorni spesi nell'azienda tessile per non far mancare nulla al suo ometto. Lunedì era entrata all'alba e 4 ore dopo non c'era più. Nel fascicolo aperto dalla Procura di Prato per chiarire la dinamica dell'infortunio mortale, per ora sono indagati la titolare dell'azienda, Luana Coppini e Mario Cusimano, addetto alla manutenzione del macchinario. L'ipotesi di reato è omicidio colposo e rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.
Luana stava lavorando a un orditoio quando è rimasta agganciata al rullo, finendo schiacciata nel macchinario. «Operando nelle qualità sopra indicate si legge nell'avviso di accertamento tecnico della procura che si riferisce agli indagati rimuovevano dall'orditoio marca Karl Mayer TexilmachineFabrik Gmbh la saracinesca protettiva, ovvero un meccanismo destinato a prevenire infortuni sul lavoro». «Speriamo di poter eseguire presto l'autopsia - dice il procuratore capo Giuseppe Nicolosi, che ha già nominato i periti per gli accertamenti tecnici -. Siamo al lavoro per capire se e cosa non abbia funzionato nel macchinario, compresa la fotocellula di sicurezza». Nella fabbrica sono stati sequestrati due orditoi: quello dell'incidente e un secondo uguale per effettuare confronti tecnici. Il dipartimento di prevenzione e sicurezza sul lavoro dell'Asl Centro dovrà chiarire se si sia trattato di un malfunzionamento del macchinario o di una negligenza umana.
«Ci sono sempre meccanismi di sicurezza - spiega Giovanni Santi della Filctem Cgil -. Le fotocellule intervengono quando il lavoratore non è cosciente di essere rimasto agganciato alla macchina». Ma Luana è stata trascinata dentro. La 22enne lavorava da due anni nell'azienda a conduzione familiare che porta il suo nome. Quando la proprietaria ha saputo dell'incidente è svenuta. «Mia figlia era bella, buona, contenta del lavoro che svolgeva», racconta la mamma Emma.
«Per me avrebbe dato il mondo, due anni felicissimi», ricorda il fidanzato. Lei poche ore prima di morire aveva postato foto sorridenti con le amiche.Ora non c'è più e venerdì per la sua fine ingiusta sono state proclamate 4 ore di sciopero.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.