Al numero 28 di Viacheslava Chornovola sono state portate via in serata le ultime macerie. I morti accertati sono 2, i feriti 32 (8 sono minori), e 600 i bambini trasferiti in altri nosocomi cittadini dopo aver passato parecchie ore in strada. I vigili del fuoco non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma il capitano Mykola Chekotkin, intercettato dalle telecamere di 5 Kanal, si è sfogato: «Non credevo che potesse esistere così tanto odio». Chekotkin si riferisce ai russi, e al missile vigliacco che lunedì mattina ha sbriciolato come un biscotto un'ampia ala dell'ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev. Le immagini di tv e social hanno fatto il giro del pianeta e intenerito anche il più duro tra i cuori. Non poteva non esserci una gara di solidarietà nel vedere i volti smarriti dei bambini sopravvissuti, già messi a dura prova dall'infermità di malattie terminali. L'Unicef ha fornito kit di emergenza sanitari e di primo soccorso, lampade a energia solare, acqua potabile, supporto per la salute mentale e psicosociale, kit igienici e ricreativi. Cinque onlus ucraine hanno aperto un conto corrente per donazioni, 2 milioni di euro sono stati stanziati dal governo polacco e altrettanti da quello di Kiev.
Ieri per l'Ucraina è stato giorno di lutto nazionale, in omaggio alle 52 persone trucidate lunedì nel Paese dal lancio di oltre 300 missili. Un lutto rispettato e condiviso anche da parecchie ambasciate e delegazioni straniere presenti a Kiev, compresa quella d'Italia che ha esposto a mezz'asta il drappo tricolore ed europeo. Il silenzio, per riflettere e commemorare i morti, è stato tuttavia spazzato dalle voci di condanna e d'accusa. Danielle Bell, capo della missione di monitoraggio dei diritti umani dell'Onu in Ucraina, ha prima sentito il direttore sanitario dell'ospedale pediatrico Volodymyr Zhovnir, poi ha spiegato che è necessaria un'indagine più approfondita, ma le riprese video «mostrano che l'arma colpisce direttamente l'ospedale. Questo è un crimine di guerra». I servizi segreti di Kiev non aspettano le indagini del Palazzo di Vetro, portano prove. Sergiy Naumyuk, alto funzionario dello Sbu, mostra ai cronisti un frammento del motore del missile da crociera X-101 trovato nel luogo dell'impatto. «Non vi basta questo? - si domanda - se volete metteremo a disposizione della magistratura anche la parte centrale del corpo del missile, la carenatura del compartimento di coda e un frammento dell'unità idraulica. Qui non stiamo parlando di indizi. Ci sono le prove, e i russi pagheranno a caro prezzo per questo atto di barbarie». Si accoda il New York Times, sostenendo di aver verificato un video dell'attacco che mostrerebbe un missile che precipita ad alta velocità prima di colpire l'ospedale pediatrico. Fabian Hoffman, ricercatore dell'università di Oslo, ma soprattutto uno dei maggiori esperti al mondo di tecnologie missilistiche, rivela al Nyt che «il tipo di arma e la sua traiettoria fanno sospettare che le forze russe possano aver preso di mira intenzionalmente l'ospedale».
Dal Cremlino Peskov ribadisce che Mosca non colpisce obiettivi civili, e aggiunge: «È una trovata pubblicitaria costruita sul sangue. Evidentemente il missile di difesa aerea è stato utilizzato in modo errato, motivo per cui ha colpito l'ospedale pediatrico. La vicenda è una tragedia che viene deliberatamente utilizzata come sfondo per la partecipazione di Zelensky al summit Nato».
Come se non bastasse, anche
ieri sono stati i civili ad avere la peggio durante le operazioni militari. I russi hanno bombardato 20 insediamenti nella regione del Donetsk: 4 persone sono state uccise, 10 ferite. Un bimbo ha perso la vita a Kramatorsk.
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