Che la manovra del governo non piacesse all'Europa è ormai cosa nota. Ma dopo la bocciatura ufficiale della legge di Bilancio e la spada di Damocle della procedura di infrazione, ora la Commissione Ue taglia anche le stime di crescita dell'Italia nel 2018, portandole all'1,1% dall'1,3% previsto a luglio.
"Dopo la solida crescita nel 2017 - si legge nelle stime -, l'economia dell'Italia ha rallentato nella prima metà dell'anno per l'indebolimento delle esportazioni e della produzione industriale". Il taglio del 2018, però, è bilanciato da un innalzamento delle previsioni per il prossimo anno (dall'1,1% all'1,2%), fino a un 1,3% del Pil nel 2020.
Il fatto è che il governo nel Documento di economia e finanza (Def) presentato qualche tempo fa aveva inserito stime molto più ottimistiche. Roma, infatti, vedeva un Pil in espansione grazie alla manovra dell'1,5% nel 2019, dopo un incremento dell'1,2% quest'anno, e dell'1,6% nel 2020. L'Italia rimane così il fanalino di coda in termini di crescita del Pil nella zona euro e nell'Unione europea. Dal lato del deficit, invece, secondo le stime dell'esecutivo comunitario, nel 2019 dovrebbe passare dal 1,7% previsto in primavera al 2,9%.
Secondo l'Ue dunque le prospettive di crescita dell'Italia "sono soggette ad un'elevata incertezza, con rischi al ribasso intensificati. Una crescita prolungata dei rendimenti dei titoli di Stato peggiorerebbe le condizioni di raccolta per le banche e ridurrebbero ulteriormente l'offerta di credito, mentre la spesa pubblica potrebbe scoraggiare gli investimenti privati".
Tria, però, non ci sta. Le previsioni della Commissione europea relative al deficit italiano, dice, "sono in netto contrasto con quelle del Governo italiano e derivano da un'analisi non attenta e parziale del Documento Programmatico di Bilancio (Dpb), della legge di bilancio e dell'andamento dei conti pubblici italiani, nonostante le informazioni e i chiarimenti forniti dall'Italia". "Ci dispiace constatare - sottolinea - questa dèfaillance tecnica della Commissione, che non influenzerà la continuazione del dialogo costruttivo con la Commissione stessa in cui è impegnato il governo italiano".
Dello stesso avviso anche Giuseppe Conte: "Le previsioni di crescita della commissione Ue per il prossimo anno sottovalutano l'impatto positivo della nostra manovra economica e delle nostre riforme strutturali", scrve, "Andiamo avanti con le nostre stime sui conti pubblici, sulla crescita che aumenterà e sul debito e il deficit che diminuiranno. Non ci sono i presupposti per mettere in discussione la fondatezza e la sostenibilità delle nostre previsioni".
A preoccupare Bruxelles ci pensa anche lo spread, soprattutto per i suoi effetti sul settore bancario. Unica nota positiva che emerge dalle previsioni economiche autunnali è il fatto che il rialzo del differenziale tra Btp e Bund tedeschi "non ha contagiato altri stati membri". "In Europa, l'incertezza sulle prospettive per le finanze pubbliche in Italia ha portato a rialzo degli spread e l'interazione del debito sovrano con il settore bancario è ancora preoccupante", si legge nelle previsioni. "Le prospettive per le finanze pubbliche in Italia hanno spinto gli spread dei rendimenti dei titoli sovrani italiani significativamente più in alto negli ultimi mesi. Finora non è stato osservato alcun contagio verso altri Stati membri".
La Commissione, infine, avverte che "in alcuni Paesi dell'eurozona altamente indebitati, soprattutto in Italia, il circolo
vizioso tra banche e debito sovrano potrebbe riemergere in caso di dubbi sulla qualità e la sostenibilità dei conti pubblici", così da "sollevare preoccupazioni di stabilità finanziaria e pesare sull'attività economica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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