Trecento milioni di dosi in arrivo entro l'estate in tutta l'Unione europea e la certezza, espressa dalla presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, che a luglio il 70 per cento della popolazione adulta dell'Unione sarà vaccinata. Dopo i primi quattro mesi di incertezza la campagna di immunizzazione nel Vecchio continente, cominciata lo scorso 27 dicembre e finora proseguita a singhiozzo, sembra destinata a subire una forte accelerazione. Anche perché sia Pfizer sia Moderna dovrebbero produrre più farmaci proprio nel Vecchio continente. Proprio sull'«affidabilità del gruppo Pfizer-Biontech» e sui suoi «enormi sforzi» ha posto l'accento Von der Leyen, nel corso della sua visita allo stabilimento belga di Puurs, quello dal quale arriva la maggior parte di dosi distribuite ai Paesi Ue e che potrà aumentare la propria capacità produttiva del 20% grazie al benestare concesso da Ema. Che riguarda anche Moderna: l'ente regolatorio ha infatti dato l'ok a una nuova linea di riempimento delle fiale nel sito spagnolo di Rovi. «L'Unione europea è al terzo posto nella classifica mondiale della vaccinazione contro il Covid-19, dopo gli Stati Uniti e la Cina puntualizza Von der Leyen -. Siamo sulla strada giusta. É vero che ci sono stati dei ritardi, ma siamo stati in grado di superarli grazie ai nostri contratti con le case produttrici e a fornitori forti e affidabili come Biontech-Pfizer». Di qui la certezza che entro luglio «l'Ue potrà raggiungere l'obiettivo del 70 per cento degli adulti vaccinati». Al momento sono circa 123 milioni le già dosi inoculate. L'ottimismo di Von der Leyen è nei numeri: nel terzo semestre dell'anno è in programma l'arrivo di circa 300 milioni di dosi. Di queste, 250 saranno distribuite proprio da Pfizer, altri 50 milioni da Johnson and Johnson, dopo il parere positivo dell'organo regolatorio sul suo utilizzo. Nel frattempo, l'Ue sta programmando l'immunizzazione dei prossimi tre anni: la Commissione sta lavorando per concludere entro i prossimi giorni un nuovo contratto con Pfizer per acquistare, fra il 2021 e il 2023, 1,8 milioni di dosi del vaccino anti-Covid Coniarty. Quello che servirà nel prossimo futuro per i richiami, per evitare il proliferare delle varianti e per immunizzare anche adolescenti e bambini. Nel frattempo, sembra più chiaro il destino di milioni di europei già vaccinati con la prima dose di AstraZeneca. Proprio ieri Ema ha dato il via libera alla seconda fiala fra le quattro e le 12 settimane successive alla prima iniezione. «Abbiamo preso in considerazione le raccomandazioni di somministrare la seconda dose di Vaxzevria dopo un intervallo più lungo, quella di non somministrare affatto una seconda dose o di somministrare un vaccino a mRna come seconda dose - ha precisato l'agenzia -. Al momento però non ci sono dati, o questi sono troppo limitati, per modificare le attuali raccomandazioni». Ha proseguito Ema: «Gli effetti collaterali gravi sono casi molto rari di coaguli di sangue insoliti, con bassi livelli di piastrine, che si stima si verifichino in una su 100mila persone vaccinate».
L'azienda farmaceutica britannica resta però ancora sotto i riflettori: la Ue è sul punto di fare causa ad AstraZeneca per spingerla a consegnare tutte le dosi previste dal contratto. Su questo punto Ursula Von der Leyen resta però cauta: «Nessuna decisione è stata presa». Ma più fonti assicurano che il dado è tratto.
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