«La Bielorussia non prenderà parte ad operazioni di combattimento in Ucraina». Mentre il presidente Alexander Lukashenko, rilasciava queste affermazioni durante il Consiglio di sicurezza a Minsk, il parlamento ucraino confermava con un tweet che un contingente armato di forze bielorusse aveva già superato il confine con l'Ucraina nella regione di Chernihiv e la Bielorussia schierava altri missili sul territorio, diventando così di fatto il terzo paese in guerra. Quindi la Bielorussia segue il percorso tracciato da Vladimir Putin: propaganda da un lato mentre l'offensiva militare prosegue, coinvolgendo obiettivi civili.
Durante il consiglio di sicurezza Lukashenko ha insistito nel dipingere una Russia «costretta» ad agire in Ucraina perché non gli era stata lasciata altra scelta. Minsk è comunque «sempre pronta a negoziare» ha assicurato il leader bielorusso nell'interesse della pace. Interesse però smentito dal fatto che Lukashenko ha chiesto a Mosca di schierare un ulteriore unità del sistema missilistico S-400 a ovest di Minsk. Piattaforma «necessaria per difendere il territorio della Bielorussia».
Lukashenko ha da tempo dato piena disponibilità logistica a Mosca che in Bielorussia, al confine con l'Ucraina, ha ammassato centinaia di veicoli militari, aerei ed elicotteri per «esercitazioni congiunte» che poi sono rapidamente evolute in atti di aggressione.
Ieri mattina dall'account Twitter del Parlamento di Kiev è stato lanciato l'allarme: «La Bielorussia ha condiviso con Mosca l'invasione dell'Ucraina: le truppe sono entrate nella regione di Chernihiv nel nord dell'Ucraina».
Informazioni confermate da Vitaliy Kyrylov, portavoce delle forze difensive dispiegate a nord.
Testimoni sul posto hanno mostrato le immagini di 33 unità armate bielorusse mentre entravano nella regione subito a nord della capitale Kiev. E dunque anche l'Ucraina fa sapere di essere pronta a colpire obiettivi in Bielorussia in risposta a un'invasione delle truppe bielorusse ma, specifica Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale di Kiev, «solo su ordine del comandante in capo». Alla domanda se l'Ucraina può colpire preventivamente strutture in Bielorussia, Danilov ha risposto: «Naturalmente, se il nostro comandante in capo prende una decisione, sarà eseguita».
La situazione si è fatta incandescente dopo che Vladimir Putin ha messo in stato d'allerta le forze di dissuasione evocando la minaccia nucleare. E domenica scorsa Minsk ha indetto un referendum per abolire l'obbligo per l'ex repubblica sovietica di restare zona «non nucleare». Una scelta che preoccupa l'Europa come sottolineato ieri anche dal premier Mario Draghi.
Ma così come Putin non è il popolo russo ugualmente
Lukashenko non ha l'appoggio di tutto il paese e vengono segnalati atti di sabotaggio contro le forze russe. L'opposizione interna segnala che molti soldati bielorussi sarebbero pronti a schierarsi con la resistenza ucraina.
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