Matteo Salvini è abituato a subire attacchi più o meno violenti, ma fin qui mai nessuno aveva avuto l'idea di paragonare il segretario della Lega al presidente della Corea del Nord, Kim Jong Un.
Alla vigilia delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, e in piena campagna elettorale, il quotidiano Repubblica ha speso una pagina intera per fare un bizzarro – e alquanto illogico – confronto: Salvini come il dittatore Kim. In mezzo a un articolo lungo e ragionato spiccava pure un collage fotografico con pose sceniche dei due personaggi.
Le prime due foto affiancano Kim Jong Un e Salvini, entrambi in sella a un cavallo. La didascalia spiegava che l'immagine a sinistra ritraeva “Kim nella neve del monte Paektu nell'ottobre 2019” mentre in quella a destra era possibile vedere “Salvini alla Fieracavalli di Verona”.
A seguire ecco altri due frame, questa volta decisamente più spinti: il leghista e il nordcoreano imbracciano due armi da fuoco. “Kim prende il mirino durante la visita a una fabbrica di armi nel febbraio 2012” accanto a “Salvini dal Qatar, durante un'iniziativa sulla sicurezza”.
L'ultima coppia di immagini ritrae Kim che "si fa fotografare mentre visita il mattatoio che fornisce la carne ai militari, a Thaechon, nel 2017” e Salvini che “invece preferisce i prosciutti nella visita a Parma del 2018”.
Salvini come Kim: un paragone senza senso
Qual è il senso di paragonare due uomini tra loro agli antipodi? Ma è ovvio: screditare Salvini, facendo credere che il leghista sia tale e quale al "Rocket Man" di Pyongyang. Quindi, seguendo la descrizione che la stampa internazionale dà di Kim, l'ex ministro dell'Interno italiano sarebbe pericoloso nonché una minaccia per il mondo intero.
“Dal dittatore coreano – si legge nell'articolo – Salvini ha preso l'onnipresenza, la copertura completa dello spettro popolare”. Non solo: così come “la propaganda nordcoreana ha offerto il suo leader in molteplici vesti” anche il segretario del Caroccio starebbe seguendo uno schema simile. “La formula è efficace, gli ingredienti disponibili: a Salvini n on restava che riprodurre la ricetta”, aggiunge Repubblica, sempre più convinta della logicità di un simile accostamento.
Passando di palo in frasca, l'articolo paragona quindi Salvini a Trump, che come sappiamo ha ben poco da spartire con il presidente norcoreano. Eppure Repubblica insiste: “Sia il capo della Casa Bianca che l'ex ministro dell'Interno gongolano per gli attacchi degli avversari più rinomati”. Anche se – per la serie "Diamo a Cesare quel che è di Cesare" - Salvini “è molto più attento di Trump, che è impulsivo, fa di testa sua e spesso sbaglia, oltre ai modi, i tempi”.
Sul web in molti si sono chiesti il senso di un'operazione giornalistica simile.
C'è chi definisce “assurda” la “paginata di Repubblica prima del voto in Emilia-Romagna” e chi sostiene che “quando un giornale arriva a queste bambinate perde solo credibilità”. Altri utenti, infine, non riescono a credere di aver davvero letto un articolo del genere: “Sembra una barzelletta ma non fa ridere affatto”. In effetti non c'è proprio niente da ridere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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