Nel giorno in cui Russia e Kiev continuano a darsela di santa ragione sul campo, fa di nuovo capolino il capo della Wagner Evgeny Prigozhin, che dalla Bielorussia, dove è esiliato con i suoi miliziani dopo la marcia su Mosca abortita del 24 giugno scorso, ha mandato un video su Telegram dalla Bielorussia per fare il punto della situazione. «Quello che sta succedendo in Ucraina è una vergogna di cui non vogliamo fare parte», ha detto il capo dei musicisti, aggiungendo: «Potremmo tornare a combattere quando saremo certi che non verremo costretti a disonorare noi stessi». Prigozhin si è rivolto poi ai suoi uomini, incoraggiandoli a comportarsi bene nei confronti dei bielorussi che li ospitano, dedicando del tempo ad addestrare l'esercito bielorusso e a raccogliere le forze per combattere in Africa. Va detto che l'autenticità del video non è confermata: le immagini sono poco chiare e a parlare è una persona che assomiglia a Prigozhin ma potrebbe anche essere un sosia.
Come detto è stata un'ennesima notte di esplosioni in tutta l'Ucraina. Presa di mira soprattutto Odessa, sul Mar Nero, e tutta la regione circostante. I razzi hanno colpito il terminal del grano e del petrolio, danneggiato i serbatoi e le attrezzature per il carico. «La Russia ha colpito deliberatamente i terminali per il grano e altre strutture portuali», sostiene su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, invitando il segretario generale l'Onu a creare pattuglie militari internazionali per garantire la sicurezza delle sue esportazioni di grano attraverso il Mar Nero. Anche perché la Russia fa sul serio: secondo il ministero della Difesa russo, dal 20 luglio tutte le navi che navigano nel Mar Nero verso i porti ucraini saranno considerate potenziali vettori di carichi militari e i Paesi di bandiera di tali navi saranno considerati coinvolti nel conflitto come alleati di Kiev.
Ma le bombe russe non hanno preso di mira solo il grano. L'esercito russo ha distrutto «il più grande deposito di carburanti e lubrificanti delle forze armate ucraine nella regione di Kherson sotto il loro controllo», ha dichiarato il governatore ad interim della regione Vladimir Saldo. Secondo l'agenzia russa, i militari ucraini nella regione di Kherson potrebbero non avere più carburante. Esplosioni anche a Kharkiv, Zaporizhzhia e Chornomorsk e nella capitale Kiev.
L'Ucraina si è vendicata attaccando una base militare russa nella parte orientale della Crimea facendo scoppiare un grave incendio in un deposito di munizioni, operazione stavolta rivendicata da Kiev, come non sempre accade. «Il nemico sta nascondendo l'entità dei danni e il numero delle vittime di questa operazione di successo», ha dichiarato su Telegram il capo dell'intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov. Sono 2.225 i civili evacuati dal sito.
L'Ue sta prensando di istituire un fondo dedicato per mantenere le scorte militari dell'Ucraina per i prossimi quattro anni, con un costo fino a 20 miliardi di euro. La proposta sarebbe parte delle garanzie di sicurezza concordate con il G7. Ieri Kiev ha fatto la sua lista della spesa: «Abbiamo bisogno di ulteriori veicoli corazzati, 200-300, carri armati prima di tutto, 60-80 velivoli F-16 e 5-10 sistemi di difesa aerea aggiuntivi statunitensi Patriot o i loro equivalenti francesi Samp/T», ha detto all'Afp il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.
Viaggi in arrivo, viaggi cancellati. Mentre si profila una missione anche a Pechino dell'inviato del Papa il cardinale Matteo Maria Zuppi, che dopo Kiev e Mosca e dopo Washington, dove ieri ha concluso la sua missione americana nel corso della quale ha incontrato anche il presidente Joe Biden, potrebbe anche presto recarsi in Cina, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che non andrà in Sudafrica per il vertice dei Brics a Johannesburg a causa del rischio di essere arrestato in ottemperanza al mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale. Infine il botta e risposta tra gli 007 britannici e Mosca. Richard Moore, capo del MI6, i servizi segreti di Londra, ha lanciato un appello ai russi «inorriditi» per la guerra in Ucraina affinché si mettano al servizio dell'intelligence occidentale.
«Le nostre porte sono sempre aperte ai disertori di Mosca», ha detto. «Se la Russia avesse poche possibilità di riconquistare terreno, lei, Richard Moore, non farebbe tante storie», ha replicato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
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