Sullo scandalo venezuelano che avrebbe visto il Movimento 5 Stelle ricevere una mazzetta da tre milioni e mezzo di euro nel 2010, stanno indagando anche i pubblici ministeri di Milano. Come pubblicato da ilGiornale.it, l'ex capo dei servizi segreti Carvajal sarebbe pronto a vuotare il sacco facendo nomi e cognomi in cambio di protezione.
Quali sono le accuse
Parallelamente, la Procura di Milano vuole vederci chiaro ed ha iniziato le indagini: riciclaggio e finanziamento illecito le potenziali accuse che contiene il fascicolo aperto oltre un anno fa, nel giugno 2020, con tutti i dettagli di quanto accaduto agli albori della nascita del M5S. L'inchiesta partì grazie al quotidiano spagnolo Abc che scoprì come quella somma sarebbe stata destinata al defunto Gianroberto Casaleggio: Maduro, che fu ministro degli Esteri di Chàvez, avrebbe fatto recapitare la valigietta con il bottino tramite Gian Carlo di Martino, console del Venezuela a Milano.
L'atto che incastra i 5Stelle
Dopo le accuse, il figlio di Gianroberto, Davide Casaleggio, ha denunciato il giornalista Marcos Rey, l'autore dell'inchiesta, per diffamazione. Come riportato da La Stampa, Rey ha detto tutto quello che sapeva all'interrogatorio al quale è stato sottoposto qualche settimana fa non rivelando il nome della fonte che gli diede lo scoop con quel prezioso documento. La persona chiave di tutta la vicenda, comunque, resta Carvajal (soprannominato El Pollo), tant'è che i quotidiani spagnoli hanno fatto riferimento ad alcune rivelazioni dell'ex capo dei servizi segreti. Come si legge su Open, un atto che possiedono le autorità spagnole incastrerebbe il Movimento ed è quello che la procura di Milano sta cercando di scoprire con le accuse di cui abbiamo parlato in apertura. In questa fase così delicata, chiaramente, vige il massimo riserbo e non trapela nulla, né in una direzione né in un'altra.
Cosa ha detto Di Maio
L'ex capo politico del M5S e attuale Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a seguito di un'interrogazione parlamentare dei deputato di Fratelli d'Italia, Francesco Lollobrigida, sui finanziamenti illeciti ha risposto in maniera ironica senza mai nominare il suo ex partito.
"Il documento del fantomatico finanziamento illecito venezuelano ad una forza politica italiana lo hanno dichiarato falso più volte", ha dichiarato Di Maio, sottolineando come il governo italiano non subisce alcuna intromissione nel definire la sua politica estera "né per quanto riguarda il Venezuela, né su qualsiasi altro tema". Sarà, ma in questo momento la spada di Damocle è sulla testa dei grillini, dell'allora neonato partito che oggi è quasi sparito: cosa accadrebbe se le accuse di El Pollo troverebbero altre solida fondamenta?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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