«II sogno ricorrente di ogni macchinista è tirare il freno di emergenza per poi rendersi conto che il treno non si ferma. Un incubo che a me è rimasto per tanti anni». A dirlo è stato Enzo Amich, deputato piemontese, esponente di Fratelli d'Italia e macchinista di Trenitalia. Il parlamentare ha ben presente quale sia la tratta che tocca pure Brandizzo, la località vicino a Torino dove hanno perso la vita cinque operai dopo un impatto con un treno. «Si sentono in lutto - dice Amich riferendosi ai suoi colleghi - per le famiglie degli operai ma c'è anche tanto dolore per i due macchinisti che erano a bordo. Rabbia, perché vorrebbero maggiore sicurezza nel loro lavoro. Quando si tira il freno di emergenza ma si è al comando di un mezzo di tonnellate di ferro, il treno non si può fermare subito, ti senti solo uno spettatore di quanto sta per accadere, ed è una bruttissima sensazione». Poi l'accento sulla necessità di una svolta per l'intera categoria: «Siamo rimasti - ha continuato il parlamentare - a una concezione vecchia del ferroviere. Oggi non è più quello di tanti anni fa. Ha turni non semplici, non ha il sabato e la domenica classica». In ogni caso, la magistratura sta già lavorando per cercare la verità sulle eventuali responsabilità per quanto accaduto. «Presto per attribuire delle colpe - afferma Amich -.
Secondo la mia esperienza è improbabile, comunque, che la causa sia stata la velocità perché con il Sistema controllo marcia treno è difficile superare i limiti consentiti. Forse c'è stato un problema nella comunicazione». L'esponente di Fdi ha poi condiviso l'appello lanciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in materia di sicurezza per i lavoratori.
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