Macedonia, ira e scontri dopo la strage al night: "Rivolta come in Serbia"

Assalto al municipio, sotto accusa sindaco e polizia: "Paese corrotto"

Macedonia, ira e scontri dopo la strage al night: "Rivolta come in Serbia"
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«Questi bambini erano i nostri figli. Conoscevo la maggior parte di loro e le loro famiglie. Lo shock e la rottura che provo dureranno per tutta la vita». Spiega così il sindaco di Kocani, Ljupco Papazov, il dolore della sua comunità a due giorni dalla strage che ha causato in una discoteca della cittadina nordmacedone 59 morti e 155 feriti.

Il rogo scoppiato nel locale nella notte tra sabato e domenica ha strappato giovani vite e ha «incendiato» anche gli animi nel paese balcanico, che oggi deve gestire una piccola rivolta sociale. Un gruppo di manifestanti ha preso d'assalto e demolito un bar dello stesso proprietario del Club Pulse, la discoteca che stando alle parole pronunciate dal ministro Pance Toskovsky non aveva il permesso per lavorare. In precedenza in cinquemila si erano dati appuntamento nel cortile principale dell'Università San Cirillo e Metodio di Skopje, per ricordare vittime e chiedere giustizia. Secondo alcuni video pubblicati sui social network una parte di quei cittadini hanno poi sfogato la rabbia contro vetrine e locali. Nelle stesse ore circa 300 persone si sono messe in fila per firmare il libro di condoglianze e il primo cittadino di Kocani si è dimesso per protesta contro la malagiustizia.

Continuano intanto le manifestazioni di cordoglio per il tragico rogo: l'Ambasciata d'Italia in Macedonia del Nord si dice addolorata per la tragedia avvenuta a Kocani. «I nostri pensieri e le nostre preghiere sono rivolte alle famiglie e ai cari dei defunti, ai quali porgiamo le nostre più sincere condoglianze, nonché ai feriti, augurando loro una pronta guarigione». «Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che sono stati colpiti ha detto il commissario europeo per la la gestione delle crisi Hadja Lahbib - l'Ue è solidale con il popolo della Macedonia del Nord in questo momento difficile e ringrazio i Paesi europei per aver offerto rapidamente cure e assistenza alle vittime tramite il nostro meccanismo di protezione civile».

In tutto il paese le bandiere sono state abbassate a mezz'asta ed è stata aperta un'indagine penale: verranno interrogate decine di persone, tra cui anche un ex ministro. Il titolare degli interni, Pance Toskovski, ha annunciato «arresti imminenti».

Un fascio di attenzione sulle misure di prevenzione è stato acceso anche in Slovenia, dove il ministro dell'Interno Bostjan Poklukar annuncia maggiori controlli nei locali dopo l'incendio in Macedonia del Nord, compresa l'adeguatezza delle disposizioni di sicurezza in caso di incendio o di giochi pirotecnici.

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