"Maduro è un tiranno sadico e crudele. La sinistra tace sui crimini in Venezuela"

Nuova stretta del regime: assedio all'ambasciata argentina

"Maduro è un tiranno sadico e crudele. La sinistra tace sui crimini in Venezuela"
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Un silenzio complice, quello della sinistra sul Venezuela. La situazione a Caracas è drammatica. Ieri le forze di polizia del regime hanno assaltato l'ambasciata argentina, che ospita alcuni leader dell'opposizione. «Quello che è successo ha dell'incredibile» ha detto anche il ministro Antonio Tajani. Eppure, di fronte a un regime criminale come quello venezuelano, la sinistra tace, o acconsente. È la denuncia del capo delegazione di FdI nel Parlamento europeo, Carlo Fidanza appena rientrato dall'Argentina, dove ha partecipato - unico relatore italiano - a «Foro Madrid» all'incontro organizzato a Buenos Aires da una rete di partiti di destra o conservatori. «Maduro è un tiranno sadico e crudele, ora è arrivato all'assurdo di spostare il Natale aprendo lo scontro con la Chiesa. È il delirio di un uomo disperato, ma pericoloso. La situazione è molto complicata. Siamo a 25 morti e 2mila prigionieri politici, 150 dei quali minorenni per dare un tremendo esempio». È una repressione spietata quella del dittatore Maduro dopo le elezioni con risultati truccati. Due volte criminale. Condotta con metodi da criminalità comune, da un regime legato al narcotraffico. Ma la sinistra appare timida, o in imbarazzo. Basti pensare a José Luis Zapatero, unico a non firmare la lettera di una trentina di ex leader iberoamericani che hanno chiesto alla Corte Penale Internazionale «la cattura e la detenzione immediata» del dittatore. «Zapatero ha spianato la strada a Maduro quando era al governo - dice Fidanza - ma tuttora c'è una grande ritrosia, per non dire un silenzio complice, è un riflesso condizionato che impedisce di condannare - prosegue - è evidente il doppio standard: da un lato la potenza mediatica usata per colpire presunte violazioni dello Stato di diritto di leader avversari, e dall'altro il silenzio verso palesi e violente negazioni dei diritti come quella in atto in Venezuela. È un retaggio ideologico degli anni Settanta, in cui le guerriglie rivoluzionarie venivano viste come un sogno esotico di progresso e libertà, unito allo storico anti-americanismo».

All'evento di Buenos Aires ha partecipato il presidente argentino Javier Milei. L'America Latina vive un passaggio critico: «Cuba, Nicaragua, ma anche Colombia e Brasile, in cui imperversa la repressione giudiziaria delle opposizioni. È preoccupante, e in una situazione di guerra ibrida non possiamo perdere un intero continente di cultura occidentale, non deve diventare la quinta colonna di un asse saldatosi intorno a Russia e Cina».

«All'esito dell'incontro argentino è stata redatta una dichiarazione finale che ribadisce la condanna di Maduro e la richiesta di riconoscere il suo avversario, Edmundo Gonzales, come presidente legittimo. E auspico che anche l'Europa lo faccia presto. Continuare a chiedere conto dei risultati significa dare altro tempo a Maduro».

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