La maestra Salis esulta: "Non riesco a crederci". Orbán deve liberarla, i compagni spingono

Budapest in caso di condanna deve avere l'ok di Bruxelles. La Russa: "Candidatura di propaganda, non democrazia"

La maestra Salis esulta: "Non riesco a crederci". Orbán deve liberarla, i compagni spingono
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«Non riesco ancora a crederci né a descrivere la mia emozione». Spinta da 176.433 elettori nelle due circoscrizioni nelle quali era candidata, Ilaria Salis esulta: tornerà libera. Eletta all'Europarlamento grazie all'exploit che ha contribuito all'ottimo risultato di Avs, la maestra monzese potrà lasciare l'Ungheria, dopo 15 mesi di carcere e una ventina di giorni ai domiciliari.

Le valutazioni politiche, ovviamente, sono discordanti. La sinistra massimalista esulta, mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa, a con Radio 24 la gela: «È una candidatura per far scarcerare una persona» ha detto «qualcosa che non appartiene alla democrazia, ma dal loro punto di vista era un elemento propagandistico da usare». «Non la considero una sorpresa».

Comunque, Budapest dovrà permetterle di tornare in Italia. Lo stabilisce un documento allegato al Trattato di Lisbona, il «Protocollo n. 7 sui privilegi e sulle immunità dell'Ue». Insomma, l'Ungheria non ha più voce in capitolo. Se volesse riarrestarla, a processo aperto o dopo un'eventuale condanna, dovrebbe chiedere all'Europarlamento la revoca dell'immunità, con l'ultima parola che spetterebbe al voto dell'Aula. Il trionfo alle elezioni, dunque, assicura la libertà a Salis. Quanto ai tempi, li ha già chiariti il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Appena ci saranno i risultati definitivi, certamente notificheremo all'autorità ungherese che la signora Salis è stata eletta deputata europea», ha chiarito il vicepremier. Ma i suoi «mentori» politici, Bonelli e Fratoianni, chiedono a gran voce che Ilaria possa lasciare subito l'appartamento dove si trova ai domiciliari.

E non è detto che qualcosa non si muova prima: il padre Roberto, ha raccontato ieri che il giudice ungherese, su input dell'avvocato magiaro di Ilaria, si sarebbe già mosso chiedendo il da farsi al ministero degli Esteri, che vuole un documento che attesti l'avvenuta elezione. «Con questo pezzo di carta ha spiegato il padre - il giudice emetterà una sentenza per la concessione dell'immunità e bloccherà il processo».

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