Mafia Capitale, Alfano trema: ecco l'intreccio tra Odevaine, Cl e Ncd

Odevaine: "Cl sostiene strutturalmente Alfano". Nei guai la dirigenza della cooperativa "La Cascina"

Mafia Capitale, Alfano trema: ecco l'intreccio tra Odevaine, Cl e Ncd

Luca Odevaine, l’uomo che fungeva da collegamento con le istituzioni arrestati nell’ambito delle indagini su Mafia Capitale, chiacchiera tranquillamente col suo commercialista Stefano Bravo. "Castiglione si è avvicinato molto a Comunione e Liberazione, insieme ad Alfano e adesso loro... Comunione e Liberazione di fatto sostiene strutturalmente tutta questa roba di Alfano e del centrodestra...". E Bravo chiede: "Comunione e Liberazione appoggia Alfano?". "Si - gli risponde Odevaine - stanno proprio finanziando... sono tra i principali finanziatori di tutta questa...". E Bravo di nuovo: "Apposta regge...". "Questa roba sì... - conferma Odevaine - e Lupi è... (si accavallano le voci)... e si sta dentro... Lupi... (si accavallano le voci)... e infatti è il Ministro del ... del coso... delle Opere Pubbliche...". "E sì, Infrastrutture...", interviene Bravo."Infrastrutture eh... - continua l'ex braccio destro di Walter Veltroni . e Castiglione fa il sottosegretario... all'Agricoltura... però... ed è il loro principale referente in Sicilia... cioè quello che poi gli porta i voti... perché poi i voti loro... ce li hanno tutti in Sicilia...".

La telefonata tra Odevaine e Bravo riassume molto bene quel link con Comunione e Liberazione che apriva le porte del partito di Angelino Alfano al clan di Mafia Capitale. Gli sviluppi dell'inchiesta sia sul filone romano sia su quello siciliano che porta al sottosegretario Giuseppe Castiglione (Ncd) hanno portato gli inquirenti a disvelare tutti gli interessi di Ncd nell'affaire Mafia Capitale. "Quello che facevo io... era di facilitare il Ministero da una parte nella ricerca degli immobili che potessero essere messi a disposizione per l’emergenza abitativa", ha detto Odevaine ai magistrati spiegando come metteva in contatto la cooperativa La Cascina con il Viminale. "Il mio compito - spiegava a un dipendente de La Cascina - non è tanto stare direttamente dentro ai Centri... il lavoro che gli faccio è di collegamento con il ministero dell’Interno soprattutto per trovare... poi... la possibilità di implementare il lavoro... e facciamo accordi sugli utili in genere... insomma ci si dividono un po’ gli utili".

Gli inquirenti che hanno fatto scattare le manette ai polsi dei manager de La Cascina, hanno portato alla luce il "ramificato sistema di corruzione" che spianava la strada ad alcune imprese nella gestione dei centri di accoglienza. Imprese che, grazie al "sistema Odevaine", accedevano a pachidermici finanziamenti stanziati per accogliere gli immigrati. Soldi pubblici, insomma. Come pubblici sono i soldi dell'appalto per la gestione del Cara di Mineo, il centro richiedenti asilo più grande d’Europa. Un affare da 100 milioni di euro assegnato da una commissione in cui sedeva proprio Odevaine.

In questo filone dell'inchiesta, come ricostruisce l'Huffington Post, è, appunto, finito sotto indagine Castiglione, il fedelissimo di Alfano che, quando era presidente delle province italiane (Upi), trovò una poltrona a Odevaine al Tavolo di coordinamento nazionale per l’emergenza Nord Africa 2011. Tavolo che era stato aperto al ministero dell’Interno. Non solo. Forte di questo incarico, Castiglione aveva nominato Odevaine consulente del Cara di Mineo. E così si chiude il cerchio.

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