Conte-bis, Di Maio irrita il Pd. ​"Ci dica se ha cambiato idea"

Dopo l'incontro con Conte, Di Maio ha ribadito la linea del M5S. Ma le sue parole infiammano il Pd. Orlando tuona: "Sia chiaro"

Conte-bis, Di Maio irrita il Pd. ​"Ci dica se ha cambiato idea"

Dopo l'incontro con il premier incaricato Giuseppe Conte, Luigi Di Maio ha tenuto il suo discorso davanti ai giornalisti. Un discorso lungo, scandito da punti, ma non chiarissimo. Il leader del MoVimento, infatti, ha ribadito che i grillini non hanno intenzione di lasciar da parte i loro punti cardine del contratto di governo ("Alcuni punti sono imprescendibili o saranno in programma di governo o altrimenti si tornerà al voto"). E in qualche modo il Pd si deve adeguare. Che sia il taglio dei parlamentari o il lavoro sull'immigrazione, la linea del M5S non cambia: "Siamo sicuri che Conte saprà fare la sintesi".

Ma proprio il discorso di Luigi Di Maio (riassunto dei 20 punti presentati a Conte) sembra aver creato qualche mal di pancia. Il motivo? La mancata di chiarezza e ancora una volta un riferimento alla Lega. Di Maio, infatti, nelle sue parole parla sempre di M5S, di governo, di responsabilità, di coraggio, di Lega (seppure attaccandola), ma mai di Pd. Giggino sembra rimpiangere un po' l'ex alleato di governo, tanto che nel suo discorso dice chiaramente che avevano in mano "un'occasione storica". Tutto finito con Salvini? Forse e il Pd comincia ad esserne dubbioso.

Il sottosegretario del Pd, Andrea Orlando, infatti, dopo il discorso di Giggino tuona su Twitter: "Incomprensibile la conferenza stampa di Luigi Di Maio. Ha cambiato idea? Lo dica con chiarezza". Le sue parole infiammano la rete e subito un utente commenta: "In questo momento è giusto affidarsi al lavoro e alle valutazioni del presidente del consiglio incaricato. Gli compete".

Ma Orlando non ci sta e scatta in piedi come un grillo (perdonate il gioco di parole, ndr): "Dire o si accetta il nostro programma o voto è prima di tutto una delegittimazione del presidente incaricato a cui compete adesso stilare il programma". I gialli e i rossi stanno già iniziando a litigare? Pare proprio di sì. A Orlando, infatti, hanno fatto subito eco altri dem. "I democratici sono impegnati a sostenere lealmente lo sforzo del presidente Conte. Questo sforzo da solo ha già fatto recuperare fiducia nell'Italia. Gli ultimatum di Di Maio al presidente incaricato sono davvero inaccettabili", dice il capogruppo democratico alla Camera, Graziano Delrio.

La De Micheli, invece, interpreta le parole di Di Maio come "un problema tutto in casa 5 Stelle", mentre Maria Elena Boschi passa all'attacco: "I dati ISTAT di oggi dicono che il PIL è diventato NEGATIVO con il governo gialloverde. Noi vogliamo evitare recessione e aumento IVA. Ma proprio per questo gli ultimatum e le minacce di Di Maio sono irricevibili #GovernoDiSvolta".

E mentre da parte dei dem si parla già di ultimatum di Luigi Daio, il M5S divulga nota: "Luigi Di Maio ancora una volta ha ribadito che per il MoVimento 5 Stelle i temi sono al centro di qualsiasi azione politica. Non comprendiamo lo stupore di alcuni. Per noi conta il programma, contano le soluzioni ai problemi degli italiani, non le poltrone. E ci auguriamo che sia così per tutti".

Ritorna il voto su Rosseau

Dopo la nota "della pace", però, il MoVimento ci ha tenuto a precisare sul proprio blog che "Rosseau conta. I gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno un ruolo importante e stanno lavorando intensamente in questi giorni per definire un possibile programma di governo, nell'esclusivo interesse degli italiani, poi la parola passerà agli iscritti certificati della piattaforma Rousseau e ci atterremo, com'è ovvio, alla loro decisione. Il voto su Rousseau rappresenta il volere di coloro che ci mettono la faccia ogni giorno senza chiedere nulla in cambio e si impegnano con passione. La stragrande maggioranza, inoltre, sta fuori dalle istituzioni".

"Queste persone, questi iscritti, sono l'anima del Movimento 5 Stelle e dunque il loro orientamento prevalente diventa, com'è naturale che sia, l'orientamento di tutto il Movimento. Per questo, nel pieno rispetto di tutte le prerogative e procedure costituzionali, il nostro organo decisionale finale nelle fasi più importanti per il destino del Paese rimane e rimarrà sempre lo stesso: gli iscritti. Probabilmente non siamo ancora abituati a quella che Gianroberto Casaleggio definiva 'una nuova centralità del cittadino nella società'.

È una rivoluzione prima culturale che tecnologica, per questo, spesso, non viene capita o viene banalizzatà, diceva ancora Gianroberto. Il nostro obiettivo è proprio quello di praticare e diffondere questa rivoluzione culturale. Quanto più conterà Rousseau, tanto più conterà la voce delle italiane e degli italiani".

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