Ecco i ministri che "resistono" alla caduta del Conte-bis

I ministri reduci dall’esperienza giallorossa sono complessivamente nove. Patuanelli e Dadone resistono ma cambiano dicastero

Ecco i ministri che "resistono" alla caduta del Conte-bis

Tutti i riflettori erano puntati su Mario Draghi. Il successore di Giuseppe Conte è salito al Quirinale alle 19.00 e, dopo aver sciolto la riserva, ha comunicato la lista dei ministri che formeranno la nuova squadra di governo.

I reduci giallorossi

A differenza del recente passato non sono filtrate indiscrezioni. Tutto si è svolto nel massimo riserbo istituzionale, senza che nessuno anticipasse i nomi a capo dei vari dicasteri. I ministri sono 23, 15 "politici" e otto "tecnici". Età media 54 anni, otto donne. Alcuni profili sono new entry, altri provengono dal Conte bis.

I reduci dell’esperienza giallorossa sono complessivamente nove. I ministri che resistono nei loro ruoli sono sette. A questi si aggiungono Stefano Patuanelli, che resta ministro ma passa dal Ministero dello Sviluppo economico all’Agricoltura, e Fabiana Dadone, trasferita dalla Pubblica amministrazione alle politiche giovanili.

Prima di scendere nel dettaglio, è interessante sottolineare la composizione del governo, formata da ministri che, di fatto, rappresenteranno quasi tutti i partiti presenti sulla scena. Il Movimento 5 Stelle guida la graduatoria con quattro ministri, poi troviamo Partito Democratico, Lega e Forza Italia, a quota tre, e Italia Viva e Liberi Uguali, fermi a uno.

Chi resiste

Al netto dei volti nuovi, come detto, non mancano i ministri confermati da Draghi. Se Patuanelli e Dadone hanno semplicemente cambiato Ministero, Luigi Di Maio, ad esempio, è rimasto inchiodato alla Farnesina. L’esponente del M5s, già vicepremier durante il primo governo Conte, nonché ministro degli Esteri nel Conte bis, ha mantenuto il suo incarico.

Nessuno stravolgimento neppure agli Interni, con il Ministero che rimane saldamente nelle mani di Luciana Lamorgese, e alla Salute, dove è stato confermato Roberto Speranza. Ricordiamo che quest'ultimo, nel 2019, quando entrò nel governo Conte bis, era tra i più giovani ministri della Salute della storia della Repubblica.

Resta tutto invariato anche al Ministero della Cultura. Dario Franceschini sa di avere di fronte a sé un compito complicatissimo, nonostante l'inizio della campagna vaccinale. "Cercherò di onorare al meglio la fiducia, lavorando perché la Cultura italiana sia il motore della ripartenza del Paese. Giusta scelta un ministero per il solo Turismo, così colpito dalla crisi", ha dichiarato.

Federico D’Incà continuerà a presiedere il Ministero per i Rapporti con il Parlamento. "Esserci in questo momento rappresenta ancora una volta un grande onore e una grande responsabilità nei confronti del Paese. Servirò ancora una volta con disciplina e onore le istituzioni, mettendo sempre al centro del mio lavoro i principi sanciti dalla nostra Costituzione repubblicana", ha scritto lo stesso D'Incà su Facebook. Elena Bonetti resta invece alle Pari Opportunità. "Pronta a servire il Paese nei desideri e le attese delle famiglie, di tutte le donne e gli uomini. E' il tempo di liberare opportunità e futuro, a partire dalle nuove generazioni", ha commentato su Facebook l'unico esponente di Italia Viva.

Riconfermato, infine, anche Lorenzo Guerini al Ministero della Difesa.

"Abbiamo davanti a noi sfide complesse che continueremo ad affrontare insieme, con impegno e determinazione. Le Forze Armate sempre al servizio del Paese e dei cittadini. Grazie per la fiducia al Presidente Mattarella e al Presidente Draghi", ha cinguettato su Twitter.

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