Di Maio pubblica la lista delle cose fatte. Ma il ministro non dice la verità

Il vice premier pubblica sui social network una lista delle cose inserite nella legge di bilancio. Ma c'è un problema: su molte questioni mancano i decreti che definiscono il meccanismo

Di Maio pubblica la lista delle cose fatte. Ma il ministro non dice la verità

Luigi Di Maio pubblica sui suoi canali social una lista delle cose fatte da quando il Movimento 5 Stelle è al governo. "Questa è la lista delle cose che sono entrate nella legge di bilancio. Sappiate che questo è solo l’inizio, sono sicuro che il 2019 sarà l’anno del cambiamento. Grazie a tutti voi che siete sempre stati al nostro fianco. Questo è un successo di tutti noi, di tutti gli italiani!". Così scrive il vice premier pentastellato. E nella lista, scrive 20 "cose" su cui il governo avrebbe mantenuto le promesse.

Ma è tutto vero? In realtà il ministro sembra essere quantomeno ottimista se non "smemorato". Innanzitutto, sull'aumento dell'Iva, è vero che, come dice Di Maio, non ci sono stati aumenti. Ma, come ricorda Il Corriere della Sera, "al momento sono previsti aumenti sia per il 2020 che per il 2021, ancora più alti di quelli previsti dalle Leggi di Bilancio precedenti. L’aliquota oggi al 22%, senza nuovi interventi, passerebbe a l 25% nel 2020 e al 26,5% nel 2021". Quindi è vero che nella legge di Bilancio 2019 non ci saranno aumenti. Ma non è tutta la verità.

Lo stesso vale per altri cavalli di battaglia del governo giallo-verde del vice premier Di Maio. L'aumento delle pensioni minime necessita di un decreto che definisca il meccanismo da avviare con i 6,7 miliardi previsti nella legge di Bilancio. Ma non si sa ancora quando sarà approvato. Idem per il reddito di cittadinanza, che secondo il governo partirà ad aprile, ma di cui ancora non c'è il decreto.

E su quota 100? Stesso problema.

I soldi ci sono, ma il meccanismo andrà definito con un decreto che ancora deve essere approvato. Ci sono i soldi, si sa come funzionerà il meccanismo delle finestre. Ma manca il decreto che ne regoli ufficialmente il meccanismo. Quindi, di fatto, ancora non c'è larga parte del progetto.

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