"Non fidatevi del Pd, di Renzi e dell'Europa". Nel Movimento 5 Stelle tiene banco il caso delle parole di Alessandro Di Battista, che su Facebook ha "urlato" per l'ennesima volta la sua presa di distanza dall'accordo di governo con i dem. Non certo una sorpresa per i vertici pentastellati, che si aspettavano la bordata anti-Pd di "Dibba". La quale, però, arriva in un momento poco propizio.
Infatti, nonostante il Conte-bis si sia insediato da poco, il governo è alle prese con le prime frizioni. Diversi i dossier rinviati, da Alitalia alle nomine. Colpa delle idee diverse tra i due azionisti di maggioranza dell'esecutivo. Ecco perché non poteva esserci momento peggiore per gli attacchi di Di Battista. I vertici del Movimento, scrive il Corriere della Sera, hanno subito provato a metterci una pezza. Pur sottolineando che "da noi esistono libertà di pensiero e di opinione". Una risposta alle accuse - e alle minacce - di Andrea Marcucci.
Per rispondere agli attacchi di Dibba, il capogruppo Pd al Senato ha chiesto al premier Giuseppe Conte di contenere i suoi "deliri". Un termine troppo forte per non suscitare la reazione piccata dei 5S. Che fanno capire come quella di Di Battista non sarà la prima, né l'ultima frecciata. "Non voglio destabilizzare nessuno", ha però precisato l'amico-nemico di Di Maio.
Puntualizzazione gradita da quest'ultimo, preoccupato dalla già precaria stabilità dell'intesa con i dem. Nonostante il gelo calato in passato, i rapporti tra Dibba e il leader grillino sono buoni. A Di Maio stanno bene le sue critiche ai dem. Ma senza esagerare. Ne va del bene del governo. E quindi del Movimento, che in questo momento non può permettersi di tornare alle urne. Senza contare che le Regionali incombono.
È importante, anzi, essenziale mantenere un buon rapporto con il Pd. Proprio i dem, ad agosto, avevano messo il veto sulla partecipazione di Di Battista all'esecutivo. "Non l'hanno voluto, ci sta che se la sia legata al dito", la frase che filtra dall'entourage di Di Maio. Preoccupato e al tempo stesso "gasato" dalle incursioni del fratello Alessandro.
Per tenerlo a bada, il capo politico del Movimento 5 Stelle pensa a una promozione: un ruolo nel "team del futuro" che lo supporterà nelle sue decisioni. A Dibba potrebbe andare la delega all'ambiente. Incarico che non gli impedirà di tirare le sue solite bordate.
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