Malore durante un'immersione, il fotografo Sestini in rianimazione

"Condizioni gravi ma non è in pericolo di vita". I suoi scatti più celebri: da re Carlo a Mare Nostrum

Malore durante un'immersione, il fotografo Sestini in rianimazione
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Immersione drammatica per il fotoreporter toscano Massimo Sestini, che si trova ricoverato in rianimazione all'ospedale di Trento dopo un incidente nelle acque del lago Lavarone. Sestini, 62 anni, celebre per gli scatti realizzati in condizioni estreme, stava facendo un'immersione quando l'erogatore delle bombole non ha più funzionato a dovere, provocandogli uno svenimento sott'acqua.

Tempestivamente riportato in superficie dall'istruttore che era con lui, una guardia costiera d'esperienza, è stato rianimato grazie all'intervento dei vigili del fuoco di Lavarone e della Croce Rossa degli Altipiani Cimbri, che hanno assicurato il trasporto in ospedale dove non sarebbe comunque in pericolo di vita.

Massimo Sestini, nato a Prato e giramondo da sempre, è fotoreporter di razza: i primi scoop, a metà degli anni Settanta, hanno fatto la storia del fotogiornalismo, a partire dallo scatto in cui riprese Licio Gelli a Ginevra mentre veniva portato in carcere dopo la fuga. Sestini è fotografo d'assalto, votato all'attualità: il suo obiettivo è da sempre quello di essere sulla notizia, ma in modo diverso dagli altri. Di carattere intrepido e inquieto, iperattivo di natura e molto sportivo, ha intuito presto le potenzialità della tecnologia nella fotografia, puntando sull'uso dei teleobiettivi e sfruttando le possibilità del digitale. Le sue fotografie sono spesso realizzate seguendo un punto di vista impossibile come quando, subito dopo l'attentato a Capaci al giudice Falcone e alla sua scorta, noleggiò un piccolo aereo da turismo cui aveva smontato il portellone laterale per potersi sporgere il più possibile e riprendere dall'alto tutta la drammaticità della scena. Sono sue anche le foto più note del naufragio della Costa Concordia e quelle, iconiche, dei funerali a L'Aquila dopo il terremoto.

Tra i suoi scatti più celebri c'è senza dubbio «Mare nostrum», che documenta il momento di salvataggio di un barcone di migranti da parte della Marina Militare Italiano, una foto che, per stessa ammissione di Sestini, ha richiesto il lavoro di due anni per trovare l'attimo perfetto. Pubblicata dalle testate di mezzo mondo, vinse nel 2015 il World Press Photo Award ed è attualmente al centro di un'ampia personale che la Fondazione Brescia Musei dedicata al fotografo italiano (fino al 2 marzo).

Il titolo della mostra, «Zenit della fotografia», è esemplare del metodo di lavoro di Sestini che, ben prima della diffusione dei droni, ha studiato il punto di vista perpendicolare e verticale sull'oggetto di indagine, diventando uno dei massimi esperti di fotografia aerea, scelto anche dall'Aeronautica Militare per realizzare il calendario sui cento anni di storia del corpo.

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