Malta, la stretta sui lavoratori stranieri: "Senza contratto si torna a casa"

Ad annuciare la volontà di mandare indietro i lavoratori rimasti senza contratto, anche per via delle misure restrittive per il contenimento del coronavirus, è stato il ministro dell'economia Silvio Schembri: "Chi è senza lavoro torna indietro"

Malta, la stretta sui lavoratori stranieri: "Senza contratto si torna a casa"

A Malta sono una quarantina i casi di coronavirus rintracciati e, in un piccolo Stato insulare caratterizzato da un’alta densità abitativa, la notizia non può non suscitare allarme.

Il contenimento del virus è al centro del dibattito politico anche nell’isola e, nei giorni scorsi, l’opposizione nazionalista, che in parlamento è in minoranza rispetto al governo laburista, ha evidenziato il problema di quei lavoratori stranieri rimasti senza un contratto per via delle misure restrittive.

Anche La Valletta infatti ha adottato le norme riguardanti una forte stretta circa le attività commerciali non essenziali, predisponendo quindi il blocco, tra le altre cose, di molti cantieri e molte opere in cui ad essere impiegati erano perlopiù stranieri. Del resto, l’economia maltese, quella più in crescita nell’area Euro, è trainata da anni dal boom dell’edilizia a sua volta foraggiata dal lavoro di migliaia di cittadini stranieri. Anche, se non soprattutto, extracomunitari.

Nell’interrogazione dell’opposizione nazionalista fatta in parlamento, si è voluto per l’appunto chiedere lumi sulla situazione riguardante i lavoratori stranieri. Da oggi tutti i locali maltesi sono chiusi, molte aziende impegnate nel settore del turismo, altro motore vitale per Malta, hanno abbassato le saracinesche. Tra un’edilizia ridotta al minimo ed il ramo turistico costretto a ridimensionarsi, il timore è che centinaia di lavoratori resteranno a spasso e senza reddito sull’isola.

Ma a questo proposito, in parlamento il ministro dell’economia maltese Silvio Schembri ha dichiarato senza mezzi termini che “tutti i lavoratori stranieri rimasti senza contratto saranno espulsi”.

“Nel momento in cui i lavoratori stranieri perderanno il posto – ha affermato Schembri in parlamento – dovranno tornare nel loro paese”. Sempre davanti ai deputati maltesi, il ministro ha poi specificato che le sue affermazioni fanno riferimento soprattutto ai lavoratori impegnati nel settore del turismo e dei servizi.

Dunque, La Valletta sarebbe pronta ad espellere centinaia di persone che nel frattempo hanno perso il posto per via delle misure restrittive. L’obiettivo del governo maltese è evitare il sovraffollamento di un’isola che conta già migliaia tra migranti regolari ed irregolari, così come fare in modo di scongiurare problemi di ordine pubblico.

Intanto, a proposito di lavoratori stranieri, a tenere banco in queste ore è la vicenda di almeno 200 cittadini siciliani presenti a Malta per lavoro e che non riescono a tornare a casa.

Il presidente della Regione Siciliana infatti, Nello Musumeci, non ha dato l’autorizzazione al loro arrivo tramite il catamarano che collega La Valletta con Pozzallo.

Questo perché in Sicilia è sospeso la navigazione marittima, se non per le merci e per motivi particolari i cui spostamenti sono autorizzati dal presidente della Regione.

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