Manovra, la carica degli emendamenti

Entro oggi le proposte di modifica su pensioni, Irpef, Ires, web tax fino alle criptovalute

Manovra, la carica degli emendamenti
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Dalle pensioni minime, alla web tax, fino alla riduzione dell'Irpef per arrivare alla tassa sui bitcoin. Questi sono alcuni tra la valanga di emendamenti alla manovra di bilancio che entro oggi pomeriggio alle 16 arriverà in Commissione Bilancio alla Camera. I lavori entreranno nel vivo fin dalla mattinata di oggi, quando il governo incontrerà i sindacati alle 9.

Sul tavolo, dunque, ci sono diverse discussioni anche all'interno della stessa maggioranza. In primis, ci sarà da vedere se, quanto e come si potrà tagliare l'aliquota mediana dell'Irpef fino a 60mila euro dal 35 al 33 per cento. Su questo punto, si attendevano i risultati del concordato preventivo (che in base alle stime preliminari ha portato in cassa 1,3 miliardi), anche se secondo i conti della fondazione dei Commercialisti servirebbero 2,5 miliardi per finanziare un intervento in tal senso. Il punto, quindi, è se intervenire con un perimetro più ridotto oppure riaprire con un decreto ad hoc una nuova finestra di concordato fino ad almeno al 10 di dicembre (ipotesi, quest'ultima, molto concreta). Del resto, una delle obiezioni più frequenti giunte dai commercialisti è che la forma definitiva (con la sanatoria) del concordato è arrivata molto vicina alla scadenza dei termini. Per questo si pensa che la riapertura dei termini potrebbe portare nuovo gettito, che potrebbe essere utilizzato (se non già quest'anno, nel corso del 2025) per ottenere risorse fresche e tagliare le tasse.

In particolare, dalle parti di Forza Italia, si spinge per alzare ancora un po' l'importo delle pensioni minime (per ora salito di 3 euro, da 615 a 618 euro). Anche qui ci sono buone possibilità che si riesca a fare qualcosa, dal momento che per ogni euro di aumento è stimato un esborso di 25 milioni (e si punterebbe ad alzarlo di ulteriori 5 euro). Sempre sull'agenda del partito guidato dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, c'è il rinvio della Sugar tax ad almeno luglio 2026, anche se il vero obiettivo sarebbe quello di eliminarla strutturalmente. Allo stesso modo, è forte il pressing per quanto riguarda la cosiddetta web tax, la tassazione inizialmente ideata per i giganti del web alla quale in manovra è stata tolta la soglia minima dei 750 milioni di fatturato. Questo ha fatto sì che venisse applicata anche agli operatori più piccoli scatenando le proteste per aver snaturato una misura che mirava a un riequilibrio di tassazione rispetto a realtà spesso accusate di pagare pochissime imposte. Per questo, nella maggioranza ci sono spinte insistenti per ritornare alla vecchia soglia.

Si cercherà una mediazione anche per quanto riguarda l'inserimento dei revisori del ministero dell'Economia e delle Finanze nelle aziende che alcuni nel governo vorrebbero eliminare. Probabilmente il provvedimento verrà circoscritto, ma sempre con l'idea di spingere le imprese che prendono contributi pubblici a farne un uso senza sperperi. L'altro tema che verrà verosimilmente toccato dagli emendamenti in arrivo sarà lo sblocco del turnover delle forze dell'ordine. Dovrebbe essere rivista anche la discussa norma che alzava la tassazione sulle plusvalenze da criptovalute dal 26 al 42 per cento. Su questo fronte, la sensazione è che ci potrebbe essere una marcia indietro se non totale, per lo meno parziale.

Su questo punto, lo stesso ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha detto nei giorni scorsi di essere «disponibile a valutare forme di tassazione diverse», quello che «va tassato di più è la speculazione, quello che va agevolato è il tenere nel lungo termine una forma di risparmio e di investimenti».

Infine, tra gli emendamenti principali, potrebbe spuntare una norma per incentivare con un'Ires premiale chi investe parte degli utili in azienda come proposto di recente da Confindustria.

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