«Non risponde alle esigenze dei lavoratori dipendenti e dei pensionati». I sindacati alzano il tiro sulla manovra e sull'accordo di maggioranza sul taglio del cuneo fiscale da 8 miliardi. Gli scaglioni Irpef passano da 5 a 4, l'aliquota al 27% scenderà al 25%, quella al 38% al 35%. Troppo poco anche per Confindustria, che chiedeva un intervento più deciso sull'Irap. E se in queste ore la legge di bilancio è nel mirino di imprenditori e sindacati - che annunciano mobilitazioni di piazza - c'è anche il pressing del centrodestra per ulteriori correttivi in Parlamento, dove la delega fiscale approda questa settimana in commissione Finanze alla Camera. La delega dovrebbe essere la sede per completare la riforma dell'Irpef e arrivare a tre sole aliquote. Per il momento con il passaggio da 5 a 4 ci sarà «un calo medio del 3,8% con punte del 7% per la fascia di 40-45 mila», dice Matteo Salvini. C'è poi il che Pd chiede che «i soldi che avanzano dalla riforma Irpef si mettano per un intervento contro il caro bollette, che è quello che chiedono le imprese». Sul punto è d'accordo anche la Lega, tanto che l'ipotesi di destinare alle bollette le risorse che avanzano dalla nuova Irpef - il primo anno costerebbe meno dei 7 miliardi a regime - sarebbe già sul tavolo del Mef. Ma secondo i primi calcoli parte del risparmio nel 2022 servirebbe già per coprire il taglio dell'Irap, per cui mancherebbero 300 milioni. E' Forza Italia a premere proprio sull'Irap: «È stato dato un messaggio di fiducia agli autonomi e alle start up, ma deve essere solo l'inizio perché va eliminata per tutti - dice Antonio Tajani - Sappiamo che si può fare molto di più». Una nuova intesa in Aula tra le forze di maggioranza va cercata proprio, conferma Luigi Marattin, presidente della commissione Finanze alla Camera, sul superamento dell'Irap per tutti e sul sistema a tre aliquote. Intanto si moltiplicano le mobilitazioni di protesta Cgil, Cisl e Uil, mentre i ministri difendono il taglio delle tasse varato dal governo Draghi: «Le prime simulazioni degli esperti parlano di un risparmio fiscale tra i 100 e i 920 euro per i redditi da 20 a 50mila euro: sono soldi rimessi in tasca agli italiani, a conferma che il governo era sincero quando diceva è il momento di dare, e non di prendere», dice Mara Carfagna. Critica invece la leader di Fdi Giorgia Meloni: «Aspettiamo di vedere i testi. Possiamo dire che Fratelli d'Italia è sempre d'accordo sul taglio delle tasse, che creano dei problemi nella nostra economia e richiedono assolutamente dei correttivi. Devo dire però che da come leggo l'accordo nella maggioranza le tasse per alcuni si abbassano ma per altri la situazione peggiora». Agli imprenditori il vice ministro all'Economia Laura Castelli manda a dire che «sull'Irap andava fatta una scelta netta. Abolirla completamente ad alcuni soggetti e abbiamo scelto di cancellarla, per sempre, alla metà delle attività che oggi la pagano. Tassa cancellata per circa 630 mila contribuenti. Più della metà di chi la paga oggi».
Sulle cartelle dell'Agenzia delle entrate, il governo ragiona invece su una proroga della rottamazione ter, facendo slittare dal 30 novembre al 9 dicembre il termine ultimo per saldare le rate in scadenza nel 2020 e nel 2021.
Ma Lega, Forza Italia e Pd avevano chiesto un rinvio fino almeno al 31 dicembre: «Prorogare di dieci giorni rispetto alla scadenza del 30 novembre è una timida carezza laddove servirebbe una forte iniezione di fiducia verso chi ha pagato a caro prezzo la crisi economica legata alla pandemia. Chiediamo al governo più coraggio», dice l'azzurra Anna Maria Bernini.
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