"Mi dichiaro estraneo ai fatti che mi vengono contestati - ha detto Mario Mantovani al suo difensore, Roberto Lassini, durante il colloquio in carcere -. Domani darò le mie spiegazioni al gip e mi autosospendo dalla carica di vice presidente della Giunta Lombarda". Mantovani è detenuto da ieri nel carcere di San Vittore con le accuse di corruzione, concussione e turbativa d’asta. Domani verrà interrogato dal gip di Milano Stefania Pepe. "Per adesso non entro nel merito delle accuse - afferma l’avvocato Lassini - lo faremo domani rispondendo al gip e fornendo i nostri chiarimenti. Mi limito ad osservare, sin da ora, la grande sproporzione della misura applicata, 13 mesi dopo la richiesta. Ritengo che per i fatti che gli sono contestati non fosse necessaria
l’applicazione di una misura così grave".
"Mantovani sta bene e ha trascorso una notte tranquilla", riferiscono fonti carcerarie sulla prima notte del politico al San Vittore. Si trova in cella con altre persone nel terzo raggio. Oltre a Mantovani domani mattina compariranno davanti al gip anche il suo braccio destro, Giacomo Di Capua e l'ingegnere del Provveditorato interregionale Opere pubbliche per Lombardia e Liguria, Angelo Bianchi.
"Anch’io, come te 20 anni fa, sono finito in questo inferno come innocente", ha detto Mantovani al suo avvocato. Il riferimento del vicepresidente della Giunta lombarda (autosospeso da oggi) è a una vicenda del 1993, in piena Tangentopoli, quando Lassini era sindaco del comune di Turbigo (Milano) e venne arrestato e detenuto per 50 giorni per poi essere assolto.
"Roberto - sono le parole dette da Mantovani a Lassini e riferite da quest’ultimo - ci siamo già passati 20 anni fa da questo inferno, quando anche tu sei stato in carcere da innocente". Mantovani, riferisce sempre il legale, "è provato ma tiene duro".
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