Paestum Marta non c'è. A Paestum come già a Gaeta. Ma si parla di lei nella convention azzurra, della «vedova» del leader rimasta chiusa nel suo dolore nella villa di Arcore.
Antonio Tajani legge sul palco la lettera dei figli di Berlusconi, che dice «la nostra famiglia è al vostro fianco». È breve ma densa. Il suo messaggio lunghissimo Marta Fascina l'ha invece affidato ai social, ai 63.800 follower e a tutti gli altri. È una straziante lettera d'amore eterno a Silvio, che avrebbe compiuto in questo 29 settembre 87 anni, 54 più di lei. «Auguri a Te, leader indiscusso della politica italiana e mondiale, illuminato statista, lungimirante e straordinario imprenditore, campione nello sport, re della comunicazione, ma soprattutto uomo buono, generoso e giusto». Il post su Instagram è tutto privato, ma altrettanto pubblico e lo illustra una recente foto della coppia quasi di spalle, davanti a una finestra di Arcore, con il Cavaliere che saluta qualcuno con la mano e lei che gli appoggia il capo sulla spalla. «Io resto sempre un passo dietro di Te», scrive Marta. E confessa: «Mi fa male non stringere la tua mano, mi fa male non poterti abbracciare, mi fa male non poterti guardare negli occhi e con il nostro sguardo complice rassicurarci sull'amore che ci lega e ci legherà per l'eternità» . La consolazione, per la perdita di un uomo «entrato nei libri di storia, baluardo di democrazia e di libertà», è «la concreta certezza che, prima o poi, le nostre mani torneranno a ricongiungersi e noi torneremo ad essere nostri per l'eternità». Una mano che saluta, due mani che si stringono, le stesse che si ricongiungono.
Alla festa di Fi a Gaeta Marta ha inviato un messaggio, letto dal responsabile giovani Stefano Benigni, spiegando che non ce la fa ad affrontare la folla, la pressione mediatica, la curiosità, l'affetto. A Paestum, senza pubbliche spiegazioni, fa lo stesso. Rimane a Villa San Martino, dove ha vissuto con l'ex premier negli ultimi 3 anni e ora spesso si vede suo padre Orazio. Nessuno solleva critiche, certo. «Deciderà lei se venire, non sarebbe facile per lei, ma siamo pronti ad accoglierla a braccia aperte», diceva Tajani alla vigilia della Convention. Ieri lo ripeteva il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. Tra i parlamentari azzurri e nel popolo dei fan, qualcuno commenta la scelta di nascondersi. Anche perché Marta un lavoro ce l'ha, in Parlamento, e il suo assenteismo cronico provoca imbarazzo. Pochi giorni fa Paolo Berlusconi si è augurato che trovi la forza di tornare in Parlamento «perché è un suo diritto ma soprattutto un suo dovere». Così ha acceso, forse involontariamente, i riflettori su questo aspetto.
«Auguri a te che sei un esempio di concretezza, pragmatismo, dinamismo, visione per le future generazioni. A te che hai cambiato il modo di vedere ed interpretare il mondo. Auguri a te che hai solo fatto del bene all'Italia ed agli italiani. A te che hai donato incondizionatamente amore, speranza, armonia e fiducia, Auguri a te che ogni giorno scaldi ed illumini il mio cuore», scrive Fascina. Forse, ora che è sola, non ce la fa ad affrontare un ruolo pesante.
Ma nella famiglia Berlusconi, che pure la tratta affettuosamente nel rispetto delle scelte del patriarca, lei non può che essere «un corpo estraneo», dice un deputato a Paestum, prevedendo che magari per fine anno lasci Arcore. L'ex azzurra Maria Rosaria Rossi, si è augurata velenosa che lasci pure la poltrona da deputata: «Se per il grande dolore non se la sente di tornare in Parlamento, faccia un passo indietro».
Qualche maligno osserva che con 100 milioni di euro di eredità non ha certo bisogno di guadagnare, altri ricordano che Marta ha il record di assenze ora, ma già nel primo mandato il suo assenteismo era del 75 per cento.
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