"Il capo dello Stato può essere eletto anche con una maggioranza diversa da quella del governo"

Il leader d'Italia Viva Matteo Renzi non esclude la scomposizione dell'attuale maggioranza in vista del Colle. E ricorda il caso Mattarella

"Il capo dello Stato può essere eletto anche con una maggioranza diversa da quella del governo"

Ieri il premier Mario Draghi ha parlato della necessità di non scomporre la maggioranza in vista della sfida per il Colle, ma oggi Matteo Renzi ha aperto all'ipotesi che il prossimo presidente della Repubblica possa essere eletto attraverso una composizione diversa rispetto a quella che regge il governo di unità nazionale.

L'ex presidente del Consiglio, durante questa marcia di avvicinamento verso la prima chiama valevole per l'elezione del capo dello Stato, ha rilasciato un'intervista a Repubblica attraverso cui ha chiarito una serie di aspetti. Per Renzi, anzitutto, il Colle "fa storia a sé". "Nel 2015 - ha fatto presente il fondatore d'Italia Viva al quotidiano diretto da Maurizio Molinari - scegliemmo Mattarella e non tutta la maggioranza di Governo fu d'accordo: alcuni partiti erano scettici o contrari. Oggi possiamo dire che aver individuato Sergio Mattarella è stato un bene per l'Italia. Ma sette anni fa la maggioranza parlamentare fu diversa dalla maggioranza presidenziale: il Quirinale fa sempre storia a sé". Insomma, la politica non abdica rispetto alle logiche che hanno sempre contraddistinto il giro di boa per il Quirinale. E non è affatto detto che i partiti che compattamente sostengono Draghi debbano restare uniti pure per l'elezione del successore di Sergio Mattarella.

Il resto della intervista è stata centrata pure su quello che Renzi ritiene un successo derivante dalla sua azione politica, ossia la caduta del Conte bis e l'ingresso sul palcoscenico politico di Mario Draghi: "Un anno fa - ha argomentato Renzi - eravamo in crisi con Conte a fare le dirette Facebook di Casalino e Arcuri a disegnare primule. Con coraggio abbiamo aperto una crisi di governo difficile da spiegare allora, ma facile da capire oggi visti i risultati. Nelle parole del premier - ha continuato - ho sentito l'orgoglio perché viviamo in un mondo totalmente diverso da quello di dodici mesi fa. Ne valeva la pena". Rivendicazione, dunque, per un passaggio ritenuto fondamentale per far uscire l'Italia dal guado pandemico nella misura migliore possibile e non solo.

Renzi ha comunque invitato ad "abbassare i toni" rispetto alla corsa che conduce al Colle. I discorsi andranno avanti, ma le tempistiche, per la visione del leader d'Iv, sembrano essere troppo affrettate. Su Draghi il commento è sempre lo stesso: "Io penso che Draghi sarebbe un ottimo presidente della Repubblica come penso che sia un ottimo premier". La fase, però, per l'ex presidente del Consiglio, suggerisce un altro tipo di atteggiamento rispetto a quello di altre forze politiche: "Inserire Draghi nel calderone dei nomi oggi serve solo a gettare fumogeni.

Fino al 24 gennaio lasciamo che Draghi si occupi di terza dose, di Pnrr, di ripresa economica. Poi tutti insieme sceglieremo l'inquilino migliore per il Colle. Parlarne oggi - conclude - è come discutere dello scudetto ad agosto. Io non partecipo al fantamercato, mi concentro sulle vere priorità".

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