Pamela Dell'Orto
La libreria che va scomparendo, il divano che assomiglia sempre più a un letto, il tavolo da pranzo che diventa sempre più grande, e il minimalismo che è completamente passato di moda. C'era una volta il vecchio salotto, formale e un po' polveroso, in cui ogni pezzo d'arredamento aveva una sua precisa funzione. Oggi continuiamo a contare sull'idea dell'open space, e, per dirla con Giovanni Anzani, patron di Poliform, «la casa torna ad essere uno spazio conviviale dove invitare familiari e amici, per condividere non solo spazi ma anche esperienze ed emozioni». Come spiega l'architetto Massimo Iosa Ghini, «le librerie, che sono nate prima per contenere i libri e poi l'attrezzatura tecnologica come i videoregistratori, vanno verso la sparizione, e si virtualizzano: diventano dei micro musei per contenere i ricordi personali, le foto e gli oggetti raccolti durante i viaggi, che un tempo erano permessi solo a pochi, oggi sono per tutti».
Ecco che la zona giorno si arreda sempre più con pezzi come consolle, o come le madie ultracontemporanee con teche essenziali di Poliform, e i sistemi d'arredo fatti con materiali sempre più ricercati di Rimadesio. Il pezzo forte della zona giorno resta sempre e comunque il divano, che mantiene inevitabilmente il suo status di biglietto da visita del living. «Il corpo esiste ancora, e il divano è la culla del corpo» sintetizza Iosa Ghini. «Negli ultimi anni è cambiato molto: fino a 15 anni fa le sedute standard erano profonde 55, 60 centimetri, oggi sono diventate molto più profonde: non importa se non riesci a stare seduto perché sui divani oggi ci si sdraia» prosegue Iosa Ghini. Non c'è niente di sciatto però perché il divano quest'anno è elegante, dalle forme soft, e dalle tinte neutre (c'è molto grigio, molto beige). Sempre ultra comodo, spesso è componibile, «modulare, per arredare l'ambiente da protagonista e rendere il living centro della casa», dice il patron di Poliform che lancia il nuovo, geometrico Mondrian di Jean- Marie Massaud, con tanto di libreria integrata nello schienale, e Sidney, guscio ultra comodo firmato da Marcel Wanders. Il nuovo divano gioca anche sul contrasto fra la rigidità della struttura e l'estremo confort della seduta, seguendo il corpo nei movimenti e «senza esagerare nelle dimensioni», spiega Patricia Urquiola, neo direttore artistico di Cassina, mostrandoci Beam, la sua ultima creazione ultra confortevole. Come i divani componibili e geometrici di Zanotta, o Richard di B&B, il sistema di sedute che danno vita a un divano su misura. Nella zona living oggi è quasi obbligatorio accostare al divano una poltrona o una bergere dal look più «rigido». E, prosegue Iosa Ghini, «lo stile è quasi sempre diverso da quello del divano. Perché la casa mono stile, minimalista non va più, oggi c'è molta libertà di accostamento, si torna al post moderno perché si sceglie in base alla necessità o al piacere del momento» (ma per farlo ci vuole un bravo architetto). Ecco allora che poltrona assume una precisa identità, spesso richiama forme vintage, più essenziali, o effetto «cocoon» e molto eleganti come quelle di Gender della Urquiola per Cassina, una sorta di avvolgente abito sartoriale. O la Stanford di Massaud per Poliform, un guscio leggero come un vestito su una struttura esile. E le nuove sedute di Poltrona Frau, sintesi perfetta di futuro e tradizione.
Perché come ribadisce la mostra dell'anno: «Before Design: Classic» tutto nasce dal classico, dal nostro passato. E, conclude Iosa Ghini, «l'idea di sdoganare il classico e attribuirgli la primogenitura verso il design è giusta: il design ha origine proprio lì».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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