Medietà, familismo, finta bontà del people from Sanremo

Appare simpatico, mite, amicone. È freddo, feroce, vendicativo. Anni di gavetta, poi il successo e la rivincita dell'uomo normale

Medietà, familismo, finta bontà del people from Sanremo

Manca ancora un mese a Sanremo venti-ventitré ma Amadeus diciannove-sessantadue ci ha già trinciato le palline di Mozart. Vorremmo saltare subito al venti-ventiquattro, ma il guaio è che lo condurrà ancora lui. Non ce ne libereremo mai.

Non lo direbbe nessuno, ma Amadeus-ex-machina di Sanremo, è di Ravenna. Anche se ci è nato per sbaglio. Dalla Romagna a Verona andata a sette anni - senza farci ritorno, più che di una città è figlio di un'epoca. Che non finisce mai. Stessa faccia, stesse giacche e stessa musica da quando nel 1986 era a Radio Deejay, vivere vintage per tutta una carriera senza indietreggiare né procedere - Festivalbar, discoteche, Ama e Amarcòrd - Amadeus in realtà si chiama Amedeo Umberto Rita Sebastiani. Sua moglie invece non ha un nome, né un cognome: si chiama «la moglie di Amadeus» e ci ha già sminuzzato anche lei i civitilli. Fa le televendite col marito, è entrata nel cast di È sempre mezzogiorno, ha partecipato allo speciale Telethon dei Soliti ignoti, dove lei è la solita ospite, ora è stata assoldata a La vita in diretta e andrà come inviata a Sanremo nonostante la coda di giornalisti Rai. Che poi. È anche giusto che Amadeus abbia un occhio di riguardo per la propria moglie. Un po' meno per quelle degli altri. «E vi annuncio che una delle co-conduttrici del Festival sarà... sarà... saràààààà... Francesca Fagnani!». Ma guarda quante mogli di!

A proposito di Sanremo. Domanda: ma da quando e soprattutto: perché?, si è chiesto qualcuno il Tg 1 serve a riempire di notizie lo spazio che separa la sigla dal momento in cui arriva Amadeus per darci una nuova anticipazione su Sanremo? È come se il festival iniziasse ogni giorno e non finisse mai. Poi quest'anno i cantanti sono 28, e se ci va bene facciamo le tre del mattino. Amadeus: la televisione non è un villaggio turistico! E tu non fai nemmeno ridere. Tra l'altro. Non si è ancora capito se Amadeus - personalità melliflua e camaleontica - proponga una faccia quasi da fesso per coprire il genio che effettivamente è; o il contrario.

Amadeus: Mozart's Genius.

People from Ibiza, Wolfgang Amadeus Sebastiani da Ravenna, il conduttore più pippobaudesco dell'Ariston ormai in Rai è di casa: il Teatro delle Vittorie di Roma è la sua cabina armadio, l'Ariston di Sanremo il suo home theatre. Più presenzialista di Gabriele Paolini, più tentacolare di Carlo Conti, più familista dei Castellitto, The Beauty of Family, non si riesce neppure più a stargli dietro con lo zapping: tutte le sere su Rai 1 da quando non c'era ancora il digitale terrestre; il 31 dicembre lo show di Capodanno, poi Sanremo Giovani, saremo vecchi, saremo stufi, quindi Arena 60 70 80 90, incursioni da Fiorello, pubblicità, un altro programma su Radio 2... A viale Mazzini ormai è un pezzo da Novanta. Con la moglie: novantuno.

Esordio in tv negli anni Ottanta a Mediaset, Italia 1 e cinque Festivalbar, qualche passaggio - quando serve - nelle televisioni locali, tipo Telelombardia, poi l'approdo in Rai alla fine dei Novanta dove diventa il «signore del pre serale», poi il ritorno a casa del Biscione con un contratto milionario, poi il ri-ritorno da Mamma Rai con un altro contratto milionario per la golosità del suo manager Lucio Presta, poi dal 2017 l'upgrade all'access prime time e il successo di Soliti ignoti, e infine, last ma non bast, la conduzione e la direzione artistica del Festival di Sanremo. Non ci si crede, ma la carriera di Amadeus è costellata - a oggi - da ben 68 trasmissioni. E alcune anche senza la moglie.

Naso per la musica secondo l'intuizione che la migliore non è quella che piace a tanti ma quella che non dispiace a nessuno - smoking Imperial con paillettes, quizzoni, gaffe e una vita a fare il verso a Sandy Marton. E «Siamo arrivati al momento della scossa!».

Un'adolescenza scossa da mangiacassette, giradischi e 45 giri, sempre l'ultimo della classe e il primo buttato fuori dalla porta, un 36 all'esame di Maturità già col 46 di piedi, un'innata capacità a fare le imitazioni degli insegnanti, e ben gli sta quella perfida di Max Tortora, Amadeus è cresciuto con la musica dei Police, Pink Floyd, Eagles, Yes, Deep Purple, Led Zeppelin ed è finito con Madame, Willie Peyote, i Cugini di Campagna, Bugo, Colla Zio, Grignani, trapper e sciampiste. Sembra buono, simpatico, affabile. Ma - essendo la tivù finzione in realtà è freddo, calcolatore, vendicativo. Cattivissimo. Ne sa qualcosa Sabrina Ferilli.... Odi et Ama. Lui è così. Ride di tutto, è amico di tutti, dimentica tutti gli amici («Scusi, Nicola Savino: Amadeus si è fatto vivo per Sanremo?». «Mah... No». «E Lei, Cecchetto?». «Non lo sento da una vita...»).

Postura rigida e parlantina sciolta, Amadeus è preparatissimo, super professionista, meticoloso, ma senza cuore. Dopo anni e gavette all'ombra dei Bonolis, i Gerry Scotti, le Simona Ventura, si sta togliendo con la cattiveria di cui è capace solo un normale di successo - tutte le voglie di riscatto accumulate da quando, su una Cinquecento più scassata della radio per cui lavorava, primi anni Ottanta, arrivava a Sanremo per tirare a casa qualche intervista ai Big, e adesso con un cachet da romanzo, Uno nessuno cinquecentomila euro a festival è il capocomico della Riviera.

Fenomenologia di Amedio-man Umberto Rita Sebastiani. È la perfetta medietà, che non significa mediocrità, anzi (Fiorello non l'ha mai capito, era lui a fare da spalla Amadeus, non il contrario). Amadeus non ha alti né bassi, non è innovatore ma neanche conservatore, né trasgressivo né bigotto, niente genialità niente bassezze, a debita distanza dagli eroismi come dalle vigliaccherie. È un hobbit: vive nella Terra di Mezzo. Rassicurante, conosce i gusti della gente normale, si specchia perfettamente nell'Italietta del festivàl, furbetta e familista, che va dai Måneskin a Orietta Berti, e come tutte le persone medie è imprevedibile. È gentile, alla mano, incazzoso, persino interista, moderatamente maschilista le co-conduttrici sempre un tacco indietro non si fida di nessuno, come tutti i provinciali è reverente e riverente, oltre che rivierasco, come tutti i milionari gli piace fare il popolare, e come tutti i populisti adora essere milionario, finge di essere felice con gli altri ma sopporta soltanto se stesso, non fuma, non beve, massimo camomilla, non pecca mai fino in fondo e se si deve risposare piuttosto chiede l'annullamento del primo matrimonio alla Sacra Rota. Si spaventa se una cantante usa la parola «puttana» ed è garantista a brani alterni: Morgan fuori, Madame dentro. È il Papa televisivo del sanremismo catodico, apostolico, mondano. Ed ecumenico. Che in musica si dice international.

E poi Amadeus è un incassatore formidabile. Faccia da meme e muro di gomma, subisce sorridendo ironie, sberleffi, gag e sfottò. E in fondo se lo merita. Come dice il vecchio Zac, l'autarchico Paolo Zaccagnini, decano dei giornalisti musicali italiani, «Amadeus, come Linus, ha rovinato la musica italiana.

Ma le sento solo io queste canzoncine da niente che passano in radio?». Rock Me Amadeus. E per il resto, come lo ha ringraziato una volta Checco Zalone a nome di tutti gli italiani: «Tu Amadeus ci fai sentire dei geni».

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