Mega nave contro il battello. Sfiorata la strage a Venezia

Schianto alla Giudecca, quattro feriti: imbarcazione fuori controllo. Toninelli: stop ai passaggi entro giugno

Mega nave contro il battello. Sfiorata la strage a Venezia

U n bisonte, una stazza di duecentocinquantuno metri di lunghezza, quasi sessanta metri di altezza, più alta della Basilica di San Marco, per sessantacinquemila tonnellate, che si schianta addosso a una lncia da turismo e trascina via tutto quello che incontra. Le immagini sono impressionanti. Qualcuno filma, mette il video in rete e in pochi attimi fa il giro del web. Tutto il mondo, nel giro di pochi minuti, sa che a Venezia, ieri mattina alle 8.30, una nave da crociera, «MSC Opera», è andata a schiantarsi addosso a un battello e alla banchina lungo il canale della Giudecca.

La gente sul molo ha iniziato a correre, a scappare. La nave, con il boato delle sirene a tutto spiano, sperona il battello con 110 persone a bordo e va a sbattere contro la banchina. Sembra non volersi arrestare. I passeggeri dentro al lancione sono nel panico, qualcuno si tuffa in acqua. Dopo un po' il bisonte del mare si arresta finendo la sua corsa e seminando la paura. Quattro i feriti, donne, straniere, tra i 67 e i 72 anni finiti in ospedale. La nave era trainata da due rimorchiatori e ha perso il controllo. Qualcosa è andato storto all'attracco al molo e i rimorchiatori non sono riusciti a governare lo scarrocciamento della nave. Forse la rottura del cavo di traino o un danno alla meccanica. Per segnalare l'emergenza, la sirena ha suonato per circa dieci minuti, allertando le altre barche.

Nel giro di breve sono arrivati i soccorsi. Sirene a tutto spiano. Il tweet dei vigili del fuoco è delle 8.36, poco dopo. Insieme alle forze dell'ordine, alla polizia locale, alla Capitaneria di Porto e ai mezzi di soccorso sul posto arriva il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che annulla la Regata e il tradizionale Palio della Sensa, lo sposalizio della Città con il Mare. «Dobbiamo dare precedenza ai mezzi di soccorso - twitta Brugnaro -. Una tragedia sfiorata. Ho sentito il ministro Danilo Toninelli. Non è più pensabile che il Canale della Giudecca venga attraversato dalle grandi navi: chiediamo immediatamente l'apertura del Vittorio Emanuele».

Un canale questo presentato al comitato del Patrimonio mondiale Unesco, come «l'unica soluzione ha detto Brugnaro fatalità la scorsa settimana - per raggiungere la stazione marittima senza passare più per il bacino di San Marco e il Canale della Giudecca». «Da anni diciamo che le grandi navi non devono passare davanti a San Marco ha ribadito - il Vittorio Emanuele è stata la soluzione condivisa da Comune, Città Metropolitana, Regione Veneto e Governo precedente in sede di Comitatone. Da un anno la decisione è in mano del ministro Toninelli».

A rincarare la dose il Governatore del Veneto Luca Zaia. «Per allontanare le grandi navi dal centro, giace da anni un progetto di Regione e Comune, il ministro decida subito! Stiamo ancora discutendo dell'applicazione di un decreto che porta i nomi dei ministri Clini e Passera che furono titolari di dicastero nell'ormai lontano governo Monti. Stiamo parlando del 2011 mentre le proposte di Regione Veneto e Comune di Venezia per una viabilità delle grandi navi giacciono presso i ministeri interessati da anni. Il ministro delle Infrastrutture decida qualcosa; non si può più attendere».

Dal Governo il messaggio sembra chiaro: via le navi da giugno. Il prefetto di Venezia ha stabilito misure urgenti per la salvaguardia della città durante il transito delle navi in laguna, al via quanto prima i carotaggi nel canale Vittorio Emanuele III per salvare la Marittima.

«L'incidente di oggi al

porto di Venezia twitta Toninelli - dimostra che le grandi navi non devono più passare dalla Giudecca.Dopo tanti anni di inerzia, finalmente siamo vicini a una soluzione definitiva per tutelare sia la laguna che il turismo».

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