"È l'erede di Mussolini". L'ultima follia di Scurati sulla Meloni

Lo scrittore fissato con il fascismo rilancia l'allarme: "Il programma di Fratelli d'Italia è chiaramente reazionario, viene dal neofascismo del dopoguerra"

"È l'erede di Mussolini". L'ultima follia di Scurati sulla Meloni

La vittoria del centrodestra a trazione Giorgia Meloni non è andata giù a molti. Pseudo-intellettuali e artisti rossi hanno ripreso con forza la campagna d’odio contro i leader della coalizione. Antonio Scurati è tornato su un grande classico della sinistra, il fascismo. E ha deciso di fare uno step in più: intervenuto ai microfoni de Le Dauphiné Libéré, lo scrittore ha definito la leader di Fratelli d’Italia come “l’erede di Mussolini.

L’ultima follia di Scurati

Nel lungo dialogo con il giornale francese, Scurati ha tracciato un parallelo tra la Meloni e il leader fascista, senza lesinare critiche feroci. Vincitore del premio Strega nel 2019 con "M. Il figlio del secolo", il 53enne ha spiegato che ciò che sta accadendo oggi in Italia non è una ripetizione del passato, bensì “la vittoria clamorosa di un partito che ha le sue radici culturali e ideologiche nel fascismo, è un dato di fatto”.

In giro per il piccolo schermo per promuovere le sue ultime fatiche, Scurati ha denunciato che molte persone si dichiarano ancora neofasciste e alcuni membri di Fratelli d'Italia sono molto vicine a loro. Tutto questo, ha aggiunto, “pone la questione morale della loro legittimità a governare il Paese”. Ma non è tutto. Per lo scrittore, il programma della Meloni è tutt’altro che conservatore: “A mio avviso è chiaramente reazionario, non viene dal conservatorismo liberale ma dal neofascismo del dopoguerra, che è molto diverso”.

Meloni nel mirino

Dichiarazioni che forse consentiranno allo scrittore di vendere qualche copia in più, ma decisamente distanti dalla realtà. Scurati, inoltre, ha acceso i riflettori sui possibili rischi per la qualità della democrazia in Italia, minacciata “da quei partiti che sono gli eredi di Mussolini non tanto come fascismi, ma come inventori del populismo”.

Non è mancata una riflessione sull’atteggiamento che dovrebbe tenere la comunità internazionale nei confronti di Roma: “I leader europei devono capire che questo fenomeno si sta sviluppando in tutta Europa […] Se i leader europei vogliono arginare questo fenomeno, devono prima farsi un esame di coscienza ed evitare di perseguire politiche che negli ultimi anni hanno alienato i cittadini e trasformato le istituzioni europee in nemici”.

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