Meloni record: 2,3 milioni di voti. "È il governo più forte d'Europa"

La premier: "L'Italia sarà centrale anche nella scelta della prossima commissione Ue. Il responso dei cittadini impone che Bruxelles guardi più verso il centrodestra"

Meloni record: 2,3 milioni di voti. "È il governo più forte d'Europa"
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«Per me è la notte più bella, una soddisfazione che supera addirittura quella di due anni fa». Giorgia Meloni non si nasconde. Dopo una campagna elettorale in cui ha deciso di scommettere su se stessa, in una sorta di «all-in» pokeristico, la presidente di Fratelli d'Italia festeggia quell'abbraccio virtuale e frusciante, fatto di 2.366.273 schede elettorali che portano scritto il suo nome (623.089 nel Nord Ovest, 493.003 nel Nord Est, 458.603 al Centro, 549. 298 al Sud, 242.280 nelle Isole).

Il «Vota Giorgia» ripetuto come un mantra sui territori, la decisione di assumersi la piena responsabilità del verdetto, di esporsi e metterci la faccia evitando di giocare in difesa, paga e lo fa in maniera sonante. Alla fine, a scrutini conclusi, sono 6.516.356 i voti per Fratelli d'Italia, il 28,8 per cento. Quello guidato dalla presidente del Consiglio si conferma così il primo partito in Italia, migliorando, rispetto alle politiche del 2022, la percentuale (aveva ottenuto il 25,98 per cento) ma non il numero complessivo di voti (800mila in meno), a causa della grande ondata di astensione. Il test elettorale di mid-term, insomma, è più che superato con un risultato che va oltre l'asticella fissata alla vigilia.

«È un voto più bello di quello del 2022», anche perché, rivendica, «l'Italia si presenta al G7 e in Europa con il governo più forte di tutti. Il sistema sta diventando di nuovo bipolare. È una buona notizia, ci sono visioni che si contrappongono e su cui si chiede ai cittadini da che parte stanno. Oggi ci hanno detto che stanno dalla nostra parte. Il governo sarà centrale anche nella scelta della prossima commissione Ue». Il riferimento è al contemporaneo successo sull'altro fronte del Partito democratico guidato da Elly Schlein (24%), che sembra ridisegnare i contorni di un bipolarismo modello Seconda Repubblica. Di certo Giorgia Meloni ora è saldamente al centro della scena e cammina su un palcoscenico sempre più internazionale. Un peso che ora dovrà cercare di far valere, a partire dal rinnovo della presidenza della Commissione europea e del G7 ospitato in Puglia a Borgo Egnatia in cui avrà i riflettori mondiali puntati addosso e dove i leader metteranno mano all'agenda mondiale. «Bisogna capire quali sono le possibili maggioranze» in Europa- dice parlando a Rtl . C'è una parte della maggioranza che ha sostenuto Ursula Von der Leyen che tiene bene. Però crescono anche partiti che non hanno fatto parte di questa maggioranza. In ogni caso comunque dovesse andare, il responso dei cittadini impone che l'Europa guardi molto più verso il centrodestra. Perché questo è il risultato elettorale, queste sono le richieste che i cittadini fanno».

Di certo il nuovo mandato che gli elettori hanno concesso al centrodestra significa anche far contare di più l'Italia a Bruxelles e Strasburgo. «Comunque vada - spiega la premier - l'Italia avrà un ruolo fondamentale. Noi usciamo come il governo in assoluto più rafforzato in Europa, in controtendenza tra le grandi nazioni europee. Questo non è un risultato che intendo utilizzare per me stessa: è un risultato che intendo utilizzare per trasformare ogni singola croce che è stata fatta sui partiti del centrodestra per portare a casa risultati per gli italiani». L'idea, dunque, è proiettare in Europa, se non il format della maggioranza italiana, almeno una maggiore quota di idee e di azioni affini al programma del nostro centrodestra. «Intendo fare la mia parte perché l'Europa sia capace di fare le cose delle quali abbiamo bisogno, che spesso non ha fatto; e che invece non si infili in materie che non le competono, lasciando quelle materie alla competenza degli Stati nazionali».

La premier si toglie poi qualche sassolino dalla scarpa rispetto alla demonizzazione continua del centrosinistra e al metodo di lavoro adottato nei suoi confronti. «Certi metodi e certi attacchi scomposti non funzionano: gli italiani capiscono se governi con buon senso anche quando devi fare scelte difficili. La propaganda facile non funziona. Al di là della soddisfazione, per me ora prevale la responsabilità». La chiosa è per il significato profondo di questo voto.

«Due anni fa era una scommessa, gli italiani speravano che potessimo rappresentare un cambiamento» dice al Tg1. «Dopo quasi due anni di governo, ora è la conferma di quella speranza. È un dato ancora più prezioso e importante».

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