La Meloni regge e lancia la sfida al Nazareno. "Noi primo partito della coalizione, si voti"

Fdi supera il Carroccio a Torino e a Bologna. E incalza Letta sul Quirinale

La Meloni regge e lancia la sfida al Nazareno. "Noi primo partito della coalizione, si voti"

«Fdi è oggi il primo partito del centrodestra. La politica del buon senso, di cose concrete a difesa cittadini è vincente e competitiva». Giorgia Meloni attorno alle 20, dopo aver atteso a lungo per poter valutare dati il più possibile credibili, si presenta nella sala stampa del partito e rivendica la sua vittoria di lista, se non di coalizione. Se i risultati dei candidati del centrodestra non sono certo tali da fare alzare in alto i calici, il risultato di Roma, con l'affermazione parziale di Enrico Michetti, primo davanti a un big del Pd come Roberto Gualtieri, è certamente motivo per festeggiare.

«FdI è il primo partito della Capitale e ha avuto un ruolo fondamentale nella determinazione del candidato sindaco e mi pare di poter dire che un centrodestra a trazione Fdi è molto competitivo» commenta la leader del partito. «Il candidato non conosciuto e improvvisato, come è stato descritto, Enrico Michetti è arrivato primo a Roma, anche con uno scarto importante», mentre «il risultato di Gualtieri è deludente e sotto le aspettative oggettivamente. Così come a Virginia Raggi credo che vada riconosciuto un risultato di tutto rispetto, nonostante la débâcle del M5S. E credo sia ragguardevole il risultato di Calenda pure molto osteggiato dalla sinistra». La conseguenza del ragionamento di Giorgia Meloni è semplice: noi siamo pronti per andare al voto, gli altri lo sono? Una considerazione che si tramuta in una sfida diretta lanciata a Enrico Letta. «Fratelli d'Italia è disponibile a votare Mario Draghi alla presidenza della Repubblica a patto che si vada subito a votare». Detto questo non si può sottovalutare il nodo del disinteresse dimostrato dagli cittadini verso le urne. «Quando si vota in città importanti e si configura un astensionismo che oscilla attorno al 50%, ci si deve interrogare sul fatto che non siamo di fronte a una crisi della politica, ma della democrazia».

I dati indicano che Fratelli d'Italia, rispetto al derby sovranista con la Lega, ha messo a segno il sorpasso a Trieste (un vero e proprio exploit con un salto dal 4 al 16%), a Bologna, mentre a Torino si gioca una sfida all'ultimo voto, anche se Augusta Montaruli sottolinea come «la vera sorpresa sia Fratelli d'Italia. Abbiamo più che raddoppiato i voti rispetto alle regionali del 2019, è un risultato che dovrà dar riflettere». A Roma il partito di Giorgia Meloni conquista la palma di primo partito. E Fabio Rampelli da romano mette l'accento su un dato dalla forte valenza simbolica. «Fratelli d'Italia è cresciuto a Roma più che in qualsiasi altra grande città. Merito di Giorgia Meloni e della classe dirigente romana. Infine, una valutazione sugli entusiasmi del Pd: governavano in 5 città, ne escono con 3».

A Milano il sorpasso, pronosticato da molti osservatori, alla fine non si concretizza. La Lega conquista l'11,4%, più o meno come 5 anni fa, Fratelli d'Italia si attesta al 9,9%, con una crescita importantissima rispetto al 2,4% sempre di 5 anni fa. Fdi sembra erodere comunque i consensi salviniani in diverse città, ma la vera partita è soltanto iniziata.

«Il risultato di Fdi va letto nel contesto di un centrodestra che non vince nella maggior parte delle città, e forse anche per questo il partito non registra il boom sperato» è l'analisi di Livio Gigliuto, vicepresidente dell'Istituto Piepoli. «La crescita rispetto a cinque anni è comunque la prova di un trend di crescita che si conferma».

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