
«Inviare truppe europee in Ucraina è un'ipotesi poco efficace e molto rischiosa. È necessario dare a Kiev concrete garanzie di sicurezza in un contesto Nato». Nella riunione in video conferenza dei 27 leader dell'Unione europea, Giorgia Meloni ribadisce ancora una volta i dubbi di Palazzo Chigi e della diplomazia italiana sull'impiego di un contingente d'interposizione dell'Ue in un eventuale zona di cuscinetto tra Ucraina e Russa. Anche perché, per dirla con le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto, i soldati «non si inviano come si invia un fax e per poter fare un comunicato stampa». Diverso, invece, sarebbe l'intervento di truppe di pace sotto il più ampio cappello delle Nazioni Unite (Russia e Cina sono due dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu). Mentre la soluzione ottimale e che davvero garantirebbe l'integrità e la sicurezza dell'Ucraina se i negoziati di pace andassero a buon fine, per la premier resta sempre «l'Alleanza atlantica». La «cornice migliore», dice Meloni durante le dichiarazioni congiunte che seguono il bilaterale con il primo ministro svedese Ulf Kristersson, «per garantire una pace che non sia né fragile né temporanea» e che «scongiuri il rischio che l'Europa possa ripiombare nel dramma della guerra».
La riunione da remoto dei capi di Stato e di governo europei è l'occasione per preparare il Consiglio europeo straordinario in calendario il 6 marzo, un vertice in cui l'Ue «prenderà decisioni» per rafforzare la difesa europea e aumentare il sostegno all'Ucraina di fronte a possibili negoziati di pace. Una video call che dura all'incirca una trentina di minuti e durante la quale - spiega il portoghese Antonio Costa, presidente del Consiglio Ue - si parla anche della recente visita alla Casa Bianca di Emmanuel Macron e dei negoziati in corso tra Donald Trump e Vladimir Putin. Con un'Europa che fa sempre più fatica a interagire con la nuova amministrazione americana, molto più propensa a relazionarsi con i singoli Paesi (dopo il presidente francese, oggi sarà a Washington il primo ministro britannico Keir Starmer) che con i vertici di Bruxelles. Basti pensare che ieri il segretario di Stato americano Marco Rubio ha annullato un incontro in programma con l'Alta rappresentante dell'Ue Kaja Kallas dopo che era già atterrata negli Stati Uniti.
I leader dei 27 accennano anche al vertice tra Ue e Regno Unito che si terrà domenica a Londra per discutere del rafforzamento della difesa comune. Un incontro che ricalcherà il formato dell'incontro della scorsa settimana a Parigi (con Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna, Olanda, Danimarca, Regno Unito, oltre ai vertici di Ue e Nato) con al tavolo anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Sicurezza - spiega Meloni anticipando i temi sul tavolo - significa certamente difesa. E questo vuol dire che l'Europa deve avere il coraggio di lavorare in maniera concreta per consolidare quel pilastro europeo dell'Alleanza atlantica del quale si parla da molto tempo». E che, aggiunge la premier, deve «affiancarsi al pilastro nord-americano in un'ottica di complementarietà strategica». In sostanza, «la Nato rimane, ancora di più con l'ingresso della Svezia e della Finlandia, la pietra angolare della nostra sicurezza, ma deve anche avere oggi un approccio che sia il più possibile a 360 gradi».
Insomma, non proprio la posizione di Francia e Regno Unito.
Con cui Crosetto decide di polemizzare indirettamente quando punta il dito contro il «contingente europeo» che «vorrebbero mandare il presidente di una nazione comunitaria e quello di una nazione extracomunitaria». Ma quando si parla a nome dell'Europa, aggiunge, «bisognerebbe avere la creanza di confrontarsi», cosa che non è accaduta. Un messaggio diretto a Macron e Starmer.
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