Caro Stefano,
prima di tutto un saluto affettuoso a te e a tutti gli amici che hai riunito a Padova. Sono convinto che incontri come questi siano molto importanti per noi: il futuro non solo di Forza Italia, ma dell'area liberale alternativa alla sinistra, sta proprio nella capacità di riavvicinare alla politica i tanti che se ne sono allontanati e i tanti che se ne tengono distanti.
Questo d'altronde è esattamente lo spirito con il quale nel 1994 io stesso ho abbandonato il lavoro che amavo e le aziende che avevo fondato per dedicarmi alla politica: chiamare a raccolta i tanti moderati che delusi dal sistema politico o semplicemente disinteressati si sono tirati fuori non solo dalla partecipazione alla politica attiva, ma addirittura dal voto.
Oggi gli italiani che non vanno a votare sono quasi il 50% degli elettori. Questo è un fenomeno gravissimo, che mina alle radici il senso stesso della democrazia. Sono convinto che la maggior parte di loro appartenga alla nostra cultura, che condivida le nostre idee, che sia come noi espressione della cultura del fare, della concretezza, della responsabilità.
A loro dobbiamo offrire un progetto con alcuni capisaldi chiari, meno tasse, meno Stato, meno Europa nella sua declinazione burocratica e vincolistica, più sicurezza, più autorevolezza dell'Italia sul piano internazionale, una giustizia più veloce e credibile, un controllo vero dell'immigrazione, una difesa forte della nostra identità culturale e religiosa.
Non basta questo: occorre, senza rottamare nessuno, portare aria nuova nei palazzi della politica, anche a casa nostra. Innestare volti nuovi, freschi, credibili, a fianco di chi ha con onore combattuto per tanti anni le nostre battaglie di libertà.
Questa serie di iniziative, che stai svolgendo in tante città italiane, fa parte della missione per costruire il nostro futuro sulle nostre solide radici.
Non è casuale che essa coincida con la campagna per il referendum. Il 4 dicembre si scriverà una pagina molto importante nella storia italiana. Con la vittoria del «No» archivieremo una pessima riforma, che limita la democrazia senza migliorare l'efficienza, ma diremo anche la parola fine di un governo incapace, che ha fallito tutti i suoi obbiettivi, dalla politica economica alla politica estera, alla sicurezza.
Tutto il mondo sta cambiando, la gente non accetta più di essere governata dai giochi di palazzo: le elezioni americane, comunque le si giudichi, sono certamente un successo della società vera contro sistemi di potere logori e privi di credibilità.
Soltanto in Italia abbiamo ancora un governo, il terzo di seguito, che i cittadini non hanno scelto: Renzi tenta di ottenere dal referendum quella legittimazione che non ha mai ricevuto dalle urne. Sarà proprio il voto referendario, invece, per sua stessa scelta, a decretarne la fine.
Dopo il referendum, si dovrà andare alle urne, con una legge elettorale ragionevole e possibilmente condivisa, e dare il via a un vero percorso di riforme.
Di fronte ai risultati di Renzi e alla palese incapacità di governare dei Cinque Stelle, toccherà a noi proporre al Paese un'offerta politica di qualità, un progetto di governo serio, credibile e responsabile, che dovrà basarsi sui nostri valori di riferimento, quelli della tradizione liberale, cattolica, riformatrice. Solo noi, non i populismi, possiamo proporre un'alternativa seria ai fallimenti del centrosinistra.
È per preparare questo che stiamo lavorando con grande impegno.
A te, Stefano, ho chiesto di svolgere un compito rilevante in questa prospettiva: coinvolgere e rendere protagonista come stai facendo - un'area più ampia nella prospettiva di uno schieramento dei moderati vincente, ma è fondamentale che tutti noi lavoriamo insieme, perché ciascuno di noi ha una funzione importante da svolgere.
In questo spirito voglio rivolgere a tutti i presenti, e in particolare a Elisabetta
Gardini, nostro capogruppo in Europa, a Marco Marin, nostro coordinatore regionale, ai parlamentari e agli altri eletti, il mio saluto più cordiale.A tutti un abbraccio affettuoso, sono certo che insieme torneremo a vincere.
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