Caro Massimo, caro Marcello, cari amici, mi dispiace non poter essere presente, come avrei voluto, a questo vostro incontro, che si svolge in una città che considero un modello di buongoverno del centro-destra e di Forza Italia in particolare. Proprio per questo Pietrasanta ha voluto di nuovo alla guida della città un bravo sindaco come Massimo Mallegni, che saluto con grande affetto. La vittoria a Pietrasanta, come quelle ad Arezzo, a Grosseto, a Montevarchi, e in tanti altri centri dimostra che la Toscana non è più il monolite rosso al quale eravamo abituati a pensare in passato.
Questo è un ottimo punto di partenza anche per le prossime elezioni amministrative, che riguardano molti centri della Toscana. Voglio quindi rivolgere un saluto affettuoso ai nostri candidati sindaco, cominciando da quelli più vicini a voi.
Un saluto particolare a Remo Santini, che si candida a guidare la città capoluogo della vostra provincia, la splendida Lucca, un tempo isola felice nella Toscana rossa, dove tu Remo hai la concreta possibilità di riportare alla guida i moderati com’è nella tradizione e nella vocazione della tua città.
Un saluto anche a Giampaolo Bertola e a Giampaolo Bramanti, candidati alla guida di due importanti località turistiche limitrofe a Pietrasanta, due città note in tutto il mondo, Camaiore e Forte dei Marmi, e con loro ai candidati sindaci di Bagni di Lucca, Claudio Germignani, e di Porcari, Riccardo Giannoni.
Un affettuoso in bocca al lupo infine, fuori dalla provincia di Lucca, a Maurizio Lorenzoni, candidato a Carrata e ad Alessandro Tomasi, candidato a Pistoia: due città importanti, storicamente non facili per noi, ma dalle quali mi aspetto delle belle sorprese.
I sindaci di Forza Italia sono un modello di rigore, sono gli unici che lavorano per rendere il carico fiscale il più leggero possibile, per mantenere le imposte comunali ai livelli minimi consentiti. I risultati che otteniamo dove siamo al governo delle città sono un bel biglietto di visita, proprio in vista delle prossime elezioni amministrative, nelle quali sono in gioco città importanti in molte regioni italiane. Per questo ringrazio e saluto Marcello Fiori per il lavoro di coordinamento e di raccordo che sta svolgendo fra i nostri amministratori locali
Il mio grazie e un abbraccio infine tengo a rivolgere a Stefano Mugnai, il nostro Coordinatore regionale, sotto la cui guida in Toscana stiamo ottenendo successi così importanti: sono convinto che non sia lontano in giorno in qui ciò che adesso pare impossibile, la stessa guida della Regione Toscana, diventerà contendibile per il centro-destra.
Con proposte serie affidate a persone credibili le elezioni si vincono. Questo vale in Toscana come a livello nazionale, dove abbiamo la concreta possibilità, e direi anche il dovere nell’interesse degli italiani, di tornare alla guida del paese.
Per farlo occorre un centrodestra unito e coeso, nel quale ci sia posto per le sensibilità di tutti, che sappia ascoltare le paure, la rabbia, il disagio di molti cittadini, quello che i signori della sinistra liquidano come “populismo” e che invece è un sentimento autentico, legittimo, diffuso. Ma soprattutto occorre un centro-destra chiaro nel suo profilo liberale e riformatore, fortemente ancorato ai valori cristiani, capace di esprimere progetti seri e realizzabili.
Cari amici, noi e soltanto noi, nel panorama politico italiano, abbiamo le idee giuste per far ripartire l’Italia. Le abbiamo riassunte in modo simbolico nell’ Albero della Libertà: un albero che fonda le radici nei nostri principi liberali e cristiani, e che porta appese ai rami, ognuno dei quali rappresenta un tema, le nostre soluzioni principali.
Fra questi temi, ve ne sono due, strettamente collegati fra loro, che sono oggetto di questo convegno di Pietrasanta e che hanno un valore assolutamente centrale nei nostri programmi. Il fisco a la lotta alla povertà. Due temi mollo legati fra loro, e che vanno affrontati in un modo opposto a quello che pensa la sinistra.
C’è un dato impressionante: 15 milioni di italiani secondo l’ISTAT vivono in condizioni di povertà, e di questi 4.600.000 sono in condizioni di povertà assoluta. E’ la prima emergenza italiana.
Però la soluzione non è quella della sinistra. La sinistra crede che la ricchezza sia una quantità fissa, immutabile, e che si tratti solo di distribuirla meglio. Quindi basta aumentare le tasse per avere più risorse da spendere per i poveri. Quello che bisogna fare è esattamente l’opposto.
Certo, per lottare contro la povertà nell’immediato sono assolutamente necessari interventi-tampone: noi pensiamo a quello che abbiamo definito reddito di inclusione, e che si basa sugli studi del grande economista americano Milton Friedman sull’imposta negativa sul reddito. Al di sotto di una certa soglia, non si pagano più imposte allo Stato, ma è lo Stato che versa un aiuto in denaro al cittadino.
Questa però è solo una strada per affrontare le emergenze: per battere davvero la povertà c’è una sola strada, la crescita. Se l’economia cresce, la povertà si riduce. Ma c’è un solo modo per far ripartire l’economia: una forte, vera, profonda riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese, una profonda riforma del fisco, introducendo la flat tax, l’imposta “piatta” uguale per tutti che - pur salvaguardando il principio della progressività grazie ad una quota esente iniziale significativa (nessuna tassa sui primi 13.000 euro di reddito) - non soffoca la crescita e lo sviluppo.
Meno tasse sulla famiglia, meno tasse sull’impresa, nessuna tassa sulla prima casa, sulla prima auto, nessuna imposta di successione, che è una tassa su ricchezze che sono già state tassate. E’ il nostro progetto per far ripartire l’economia secondo quella che abbiamo definito l’equazione liberale della crescita.
Meno tasse significano più denaro alle famiglie per i consumi e alle imprese per gli investimenti, quindi più occupazione, avviando un circolo virtuoso alla fine del quale, poiché si allarga la platea dei contribuenti, lo Stato di non rimetterci, per quanto ogni cittadino, individualmente, paghi meno tasse.
Cari amici, come vedete, le cose da fare sono molte. Il nostro compito è ricostruire questo paese, il paese nel quale crediamo e che amiamo a partire dalla vittoria alle prossime elezioni. Non possiamo lasciare l’Italia all’immobilismo del PD né all’avventurismo di Grillo. E’ un compito storico, quello che attende il centro-destra e Forza Italia in particolare.
Non meno importante di quello del 1994. Come allora, con il vostro impegno, il vostro lavoro, il vostro spirito di sacrificio, la vostra generosità sono certo che ce la faremo.Un abbraccio affettuoso a tutti, Forza Toscana, Forza Italia!
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