
Non ci sono foto, non ci sono video-collegamenti. Il Papa non si fa vedere, ma si fa «sentire», anche tramite social. E dopo una settimana di silenzio a causa del ricovero al Gemelli diffonde due testi scritti, uno per l'Angelus e uno, letto da monsignor Rino Fisichella, per il Giubileo dei Diaconi. Con una certa sorpresa appaiono anche due post su X.
Come domenica scorsa, ieri il testo dell'Angelus domenicale è stato distribuito dalla sala stampa della Santa Sede e pubblicato sul sito del Vaticano. Già venerdì, i medici del Gemelli, avevano fatto intendere che il Papa non si sarebbe fatto vedere per la recita dell'Angelus. Il diktat è sempre stato «riposo assoluto» e «niente colpi d'aria». Era dunque piuttosto scontato che la formula utilizzata fosse ancora una volta quella di un testo scritto, così come avvenuto una settimana fa.
Chiede preghiere, il Pontefice argentino, al decimo giorno di ricovero per una bronchite sfociata poi in una polmonite bilaterale. «Proseguo fiducioso il ricovero al Policlinico Gemelli, portando avanti le cure necessarie scrive Francesco nel testo dell'Angelus - e anche il riposo fa parte della terapia! Ringrazio di cuore i medici e gli operatori sanitari di questo Ospedale per l'attenzione che mi stanno dimostrando e per la dedizione con cui svolgono il loro servizio tra le persone malate».
Nel testo non manca il pensiero per la pace nel mondo, tarlo di Bergoglio, che anche dal letto di un ospedale, ricorda che oggi «si compie il terzo anniversario della guerra su larga scala contro l'Ucraina». È «una ricorrenza dolorosa e vergognosa per l'intera umanità», scrive, rinnovando «vicinanza al martoriato popolo ucraino». Un pensiero, quello per la pace, che estende a «tutti i conflitti armati», ricordando le vittime e invitando a pregare per il dono della pace in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nella Repubblica democratica del Congo e in Sudan.
Francesco ha poi inviato l'omelia preparata per il Giubileo dei Diaconi, presieduto da monsignor Rino Fisichella, delegato del Papa. «Per crescere insieme, condividendo luci e ombre, successi e fallimenti gli uni degli altri scrive Bergoglio - è necessario saper perdonare e chiedere perdono, riallacciando relazioni e non escludendo dal nostro amore nemmeno chi ci colpisce e tradisce». Ed ancora: «Un mondo dove per gli avversari c'è solo odio è un mondo senza speranza, senza futuro aggiunge - destinato ad essere dilaniato da guerre, divisioni e vendette senza fine, come purtroppo vediamo anche oggi, a tanti livelli e in varie parti del mondo. Perdonare, allora, vuol dire preparare al futuro una casa accogliente, sicura, in noi e nelle nostre comunità». L'invito di Francesco, dunque, è che il diacono sia «pronto a dare senza chiedere nulla in cambio» perché solo questo, «unisce, crea legami, esprime e alimenta uno stare insieme che non ha altro fine se non il dono di sé e il bene delle persone».
A distanza di una settimana, forse con il desiderio di farsi ancora più presente, Bergoglio è tornato anche sui social. Sul profilo X sono comparsi due post. Il primo, legato al Vangelo domenicale, in cui ha esortato i diaconi a «continuare con gioia l'apostolato e a essere segno di un amore che abbraccia tutti, che trasforma il male in bene e genera un mondo fraterno. Non abbiate paura di rischiare l'amore!», è l'invito del Pontefice argentino, già rivolto durante la messa. Nel secondo post, il Papa è tornato a ringraziare per i «tanti messaggi di affetto» ricevuti in questi giorni di ricovero, sottolineando quanto lo hanno colpito «le lettere e i disegni dei bambini». «Grazie per questa vicinanza e per le preghiere di conforto che ho ricevuto da tutto il mondo», ha concluso.
In questa settimana, infatti, i messaggi di vicinanza e sostegno verso il Papa si sono moltiplicati giorno dopo giorno.
Una catena infinita che dai semplici fedeli, tramite i social, è arrivata fino ai capi di stato e di governo. Un'onda di auguri per una pronta guarigione si è riversata sull'illustre paziente ricoverato al decimo piano del Terzo Vaticano, come è stato ribattezzato il Policlinico Agostino Gemelli.
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