Cara Stefania, cari amici,
sono con voi con il cuore oggi a ricordare Bettino Craxi nel 17^ anniversario della sua scomparsa. È difficile pensare che siano già trascorsi 17 anni da quando ci ha lasciato e molti di più da quando un vero e proprio «colpo di Stato» lo ha privato del suo ruolo politico e della stessa possibilità di vivere da uomo libero nel suo Paese. È difficile credere che sia passato tanto tempo perché Bettino è presente, è attuale, è anche oggi un protagonista del dibattito politico. Questo perché la grandezza di Bettino Craxi è stata anche quella di saper guardare al di là delle contingenze, è stata quella di porsi per primo il problema di un profondo rinnovamento del sistema politico italiano, di una sua apertura, di una modernizzazione indispensabile.
Non gli hanno permesso di realizzare il suo progetto, e forse come tutti noi ha commesso degli errori, ma rimarrà a suo onore nella storia il merito di averne intuito la necessità, e di aver avuto il coraggio di provarci. Craxi era un uomo di sinistra, che ha provato a dimostrare che esiste una sinistra possibile senza soggezione ai comunisti, senza nostalgie utopistiche, senza giustizialismo, una sinistra capace di parlare il linguaggio della modernizzazione e soprattutto della libertà.
Questa sinistra non è mai esistita in Italia, e non esiste neppure ora: coloro che hanno provato a realizzarla sono stati spazzati via da quell'altra sinistra, quella giustizialista e post-comunista, quella delle manette e degli insulti, delle monetine e dei linciaggi mediatici. Solo chi è stato vittima di tutto questo può capire il dramma di Bettino Craxi, ma anche la grandezza della sua testimonianza: scelse la strada dell'esilio pur di non venire a patti con questo apparato politico-mediatico-giudiziario che uccide la libertà e la democrazia. La sua eredità politica, il socialismo riformatore, liberale, occidentale è una delle parti migliori della tradizione politica del nostro Paese. La considero parte integrante del progetto politico che ho creato quando ho fondato Forza Italia, anche per impedire che l'Italia cadesse nelle mani della sinistra post-comunista. Continuo a credere che questa tradizione politica riformista, assieme a quella liberale e a quella cristiana, siano i fondamenti sui quali costruire il futuro dell'Italia.
Bettino Craxi è anche un simbolo della dignità della politica. Per questo sono onorato ogni volta che il mio nome viene accostato al suo, per quanto la cosa avvenga spesso con intenti polemici, come qualche giornale ha fatto anche oggi.
In effetti il nostro rapporto non c'entrava molto con la politica, della quale allora non mi occupavo se non come elettore: con Bettino e la sua famiglia nacquero un'amicizia e un affetto personale che vanno al di là delle stesse opinioni politiche. Frequentandolo ho imparato a stimarlo non solo come amico leale, ma come uomo generoso e disinteressato esattamente il contrario di come lo ha dipinto certa stampa come politico appassionato alle idee e disinteressato del potere. Posso anzi testimoniare che negli anni in cui svolgevo l'attività di imprenditore, e nonostante la grande confidenza personale, Craxi è stato uno dei pochissimi politici a non sollecitare favori economici diretti o indiretti per sé e per il suo partito. Anche per questo Bettino Craxi mi manca e ci manca. Anche per questo vorrei essere con Voi, nella bellissima cornice di Hammamet, vorrei tornare in quel piccolo e suggestivo cimitero sotto le mura e davanti al mare, nel quale Bettino chiese di essere sepolto.
Vorrei essere lì con Voi per rendere ancora una volta omaggio a un amico, ad un uomo libero, ad uno statista.A tutti voi, e in particolare ad Anna, a Stefania, a Bobo, a cui mi legano tanti ricordi, e a tutti gli amici presenti rivolgo un saluto cordiale e un abbraccio affettuoso.
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