«Senza motivo, ce l'hanno ammazzata come un cane. C'era questo amichetto, educato, a maniera, meglio degli italiani dice che era innamorato.. penso, ma lei lo ha respinto perché ha il ragazzo dall'altra parte di Roma, che è disperato».
Cinque o sei coltellate, forse anche schiaffi e pugni. Così O.D.S., 17 anni, cingalese di origine ma nato nella capitale, diviso tra la passione per il trap, gli abiti firmati e le canne, come svela la sua pagina Instagram, ha portato via per sempre la vita di Michelle Maria Causo, la coetanea romana trovata senza vita mercoledì all'interno di un sacco, in un carrello accanto ai cassonetti di via Stefano Borgia, a Primavalle. In quella coperta, insieme al corpo martoriato della ragazza che aveva festeggiato il compleanno il 26 giugno, c'erano i suoi sogni, la spensieratezza, l'allegria contagiosa insieme alle sue passioni, ad iniziare da quella per la pallavolo che l'aveva legata per anni all'Asd Aurelio. I genitori di «Misci» non riescono a darsi pace, come il fratello di poco più piccolo. Tra i palazzoni del Bronx di Torrevecchia, a soli due chilometri da via Dusmet, dove la 17enne è stata uccisa, ieri si respirava dolore e rabbia tra i residenti, che ripetevano «qui ci sta brava gente».
Anche l'assassino sembrava esserlo e non si spiega perché abbia preso un coltellaccio da cucina, sequestrato nella casa dove è avvenuta la mattanza e in cui viveva con la madre, e abbia infierito su Michelle. A chiamare la polizia erano stati diversi residenti della strada, che avevano notato il grosso sacco e visto O.D.S. agitato. Ma lui si era giustificato raccontando che dentro c'era «del pesce». Una sua vicina di casa ha raccontato di aver sentito delle grida martedì all'ora di pranzo. Ma la mattina di mercoledì Michelle era a casa sua. «Verso le 11 ci ha detto esco mezz'ora con gli amici poi torno per preparare il pranzo a nonno - dice tra le lacrime Gianluca, il papà, che era appena arrivato a Bologna per un'operazione all'anca quando è stato avvertito della morte della figlia - Noi dopo l'abbiamo chiamata e squillava a vuoto, poi all'una il telefono non squillava più». Michelle amava il nonno infinitamente e gli stava sempre vicino da quando aveva perso la moglie. «Recupererò tutte le mancanze», gli aveva scritto su Instagram. Mercoledì, però, non è tornata. Il suo sangue è stato trovato sulle scale e nel corrimano al secondo piano di via Dusmet. La ragazza ha cercato di difendersi, ma è stata sopraffatta. «L'hanno ammazzata di botte e finita a coltellate - ha detto Daniela, la mamma - quel ragazzo che conosco non ha fatto tutto da solo. Era piccolo, stava sotto farmaci o stupefacenti e mia figlia era molto forte». I genitori più di una volta lo avevano incontrato: «Tutti dicevano che era un bravo ragazzo, ce l'ha massacrata, vogliamo giustizia». «Sono uscita con Misci lunedì scorso a Battistini - ha raccontato un'amica - era il mio amore, sempre allegra. Di quel cingalese non mi aveva detto nulla, ma lui non piaceva a nessuno. Gentile, ma faceva casini in giro».
Michelle, problematica come tante ragazze alla sua età, frequentava il liceo Gassman, era stata sempre promossa e amava da 18 mesi un ragazzo d'oro, che studiava e insegnava nuoto ai bimbi disabili. Poi qualcosa è successo. «Da un mesetto si vedeva meno in giro» hanno spiegato le amiche. In effetti a casa del cingalese andava spesso. Ma sono ipotesi.
Sul suo Instagram, privato come lo era la sua vita fino a mercoledì, le ultime foto sono con il fidanzato. L'11 settembre in uno scatto lo bacia a piazza del Popolo commentando «per sempre noi, +10». Il 26 aprile sono mano nella mano di spalle, stesso giubbotto e lei scriveva: «Sei il mio posto felice, la mia casa».
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